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Bain&Company, 'Ora un piano rinascimento 2.0'

Prioreschi all'ANSA, 'rilancio serio o rischio 20% disoccupati'

Roma ANSAcom

Aiuti alle piccole e medie imprese, nell'immediato. Uno snellimento reale della burocrazia abbinato ad un piano infrastrutturale largo, nel medio e lungo periodo. E, poi, la sfida della digitalizzazione da cogliere fino in fondo. Sono i pilastri per il "rilancio" dell'Italia secondo Bain&Company, azienda leader nel mondo della consulenza. 

 

Durante il forum "Ansa Incontra" dedicato alla prospettive dell'Italia dopo l'emergenza Covid-19, Roberto Prioreschi, managing director Italia della società, ha individuato come priorità un "piano credibile" per ripartire, che "metta insieme le migliori energie del Paese". Una scommessa chiamata "rinascimento 2.0". "Il tempo passa velocemente - ha detto Prioreschi -. Per singolo settore vanno individuate delle azioni sartoriali", cucite su misura. Anche perché, in assenza di provvedimenti veloci e incisivi, l'Italia "rischia più di altri a livello occupazionale - spiega - in quanto la nostra economia è composta da centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, eccellenze che però hanno una capacità di resistenza inferiore rispetto ad altri player mondiali".

Di qui, una previsione drammatica: nello Stivale, prima del Covid, "eravamo intorno al 10% di disoccupazione. Senza un sistema di aiuti a imprese e lavoratori, è facile immaginare un raddoppio di questa percentuale". Così, se "gli ammortizzatori sociali sono uno strumento necessario nell'immediato", lavorare "solo con il reddito di assistenza" a lungo andare "non è sostenibile", secondo Prioreschi. Che esorta il sistema-Paese ad un "cambio di passo", elaborando un piano infrastrutturale ampio, dalle strade alle reti energetiche. In questi settori, ci sono "campioni italiani di assoluto valore internazionale" che, a suo avviso, "possono essere protagonisti della ripresa" e che necessitano di un "sistema di incentivi allo sviluppo". Sul fronte della liquidità, la ricetta di Luca Penna, partner "financial services" di Bain&Company, guarda all'esperienza tedesca. "Un incremento dell'ammontare massimo concedibile alle pmi con garanzia statale e senza procedure di valutazione di merito creditizia da parte delle banche", ipotizza Penna. Di certo, anche i diversi settori dovranno riorganizzarsi, cercando di trasformare la crisi in opportunità. E, in questo senso, la digitalizzazione appare una scommessa da non rimandare ulteriormente. Claudia D'Arpizio, partner "fashion and luxury" di Bain & Company, ad esempio, ritiene che nel prossimo futuro "non vi sarà una scomparsa del negozio fisico" ma, accanto ad esso, si affermerà "il ruolo strategico dei canali digitali". Una vera e propria convivenza. Sul fronte delle sfilate, "fino a quando non potremo tornare a quelle fisiche, puntare sui contenuti multimediali sarà molto importante". Quanto al turismo, è "il settore più colpito con un 60% di decremento" stimato solo quest'anno. "Nel breve periodo bisogna resistere, cercare di non far chiudere gli alberghi, poi servirà promuovere l'Italia come luogo del benessere e come paese sicuro - afferma D'Arpizio -. Qui, infatti, tra le destinazioni non ci sono solo le città affollate, ma anche campagna, mare, città d'arte con minori assembramenti". Se l'impatto negativo del Covid sull'occupazione è quasi scontato, è altrettanto immaginabile che alcune professioni, nel mondo post-coronavirus, possano invece svilupparsi. Tra i mestieri del domani, secondo Bain&Company, ci sono, ovviamente, tutti quelli legati all'innovazione e alla sostenibilità, fino al retail.

In collaborazione con:
Bain&Company

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