(ANSA) - ROMA, 2 MAG - 'Riaprire' gli oratori e quest'estate
i centri estivi, all'inizio online e poi, se ci saranno le
condizioni, dal vivo: è l'obiettivo della Conferenza Episcopale
Italiana per consentire a bambini, adolescenti e giovani di
"riprendere la circolazione delle relazioni che aiuti la
comunità a ritrovarsi, pur sapendo che non sarà più la stessa e
che non sarà possibile, almeno nell'immediato, fare le cose di
sempre".
Il piano - condiviso con le associazioni degli scout e con le
congregazioni che maggiormente lavorano con i ragazzi come i
Salesiani - dunque è pronto con una prima fase che si avvarrà
degli strumenti digitali a distanza ed una seconda fase,
immaginata per i mesi di luglio ed agosto, con presenze, piccoli
gruppi che si incontrano in orari e luoghi "spalmati". Questa
seconda fase, chiarisce la Cei in un documento inviato ai
parroci, per ora "va tenuta nel cassetto: potrebbe non aprirsi
questa estate, ma potrebbe anche essere che si renda possibile.
Sarà importante non farsi trovare impreparati".
L'ossatura delle attività dunque è pronta e si stanno
predisponendo gli strumenti da utilizzare in primo luogo dai
giovani che già normalmente sono il fulcro portante dei Grest, i
Gruppi estivi. Si faranno, ciascuno dalla sua casa ma in
collegamento, laboratori manuali, espressivi, giochi virtuali.
Prevista la preghiera che aprirà e chiuderà le giornate. Andare
in gita? Anche per questo è prevista una possibile soluzione:
ovvero il collegamento con un personaggio di un posto scelto che
possa presentare ai ragazzi la storia del luogo.
Poi tra un paio di mesi la speranza di riaprire e continuare
le attività virtuali "a piccoli gruppi", "in luoghi spalmati" o
nello stesso oratorio "utilizzato per fasce orarie, alla
presenza di numeri contingentati e seguendo le precauzioni del
caso", indica la Cei suggerendo per i più piccoli: "Quest'anno
niente cappellini: mascherine colorate!".
Il messaggio - spiegano dalla Cei - è che "la Chiesa non
chiude, che non abbandona i ragazzi a sé stessi. Non sarebbe un
buon messaggio quello di concentrare tutta l'attenzione della
Chiesa solo sulla liturgia, di cui tutti sentiamo necessità, o
sulle attività caritative che incontrano i bisogni dei più
poveri, che non passano in secondo piano. La maggior parte dei
preti nei territori e nelle parrocchie sa che in questo momento
la cura dei ragazzi e adolescenti - sottolineano dalla
Conferenza dei vescovi - non può rimanere solo in carico alle
famiglie".(ANSA).