TRENTO - "Le disuguaglianze incidono sulla crescita economica in modo diretto: possono generare un utilizzo più o meno ampio delle risorse disponibili. Ma anche in modo indiretto, perché a maggior disuguaglianze corrisponde un maggiore intervento di tipo redistributivo. Le disuguaglianze nocive per la crescita sono quelle di dotazione e di risorse che impediscono gli investimenti economici e in capitale umano". Ad affermarlo, oggi al Festival dell'economia di Trento, è stato Vito Peragine, professore di Economia pubblica all'Università di Bari. Ha tracciato la mappa delle disuguaglianze partendo da una constatazione: negli ultimi trent'anni sia negli Stati Uniti sia in Italia si è registrato un incremento della quota di reddito a vantaggio dei ceti più ricchi, il 10% circa della popolazione. Nel nostro Paese la crisi ha avuto un effetto repressivo: tutte le famiglie italiane l'hanno avvertita, ma le famiglie più povere l'hanno sentita di più. E tutto ciò ha generato un aumento delle disuguaglianze. "Le disuguaglianze sono più tollerate in alcune circostanze - ha spiegato - cioè quando il benessere aumenta per tutti, come capita in un periodo di crescita, quando vi è la percezione della mobilità infra-generazionale e anche inter-generazionale, quando il successo è generato dal talento individuale piuttosto che da fattori ereditari o di condizionamento sociale. Conta anche l'origine delle disuguaglianza: non è sufficiente guardare alla distribuzione delle risorse ma occorre guardare anche alla storia, a come sono state generate. ". "È difficile - ha sottolineato - raggiungere un consenso su come misurare la differenza di opportunità, ma si possono stabilire i fattori che avvicinano o allontanano dall'obiettivo di una minore disuguaglianza, come l'origine familiare, la provenienza geografica, la razza o il genere". "La scuola- ha poi detto - è uno dei terreni su cui un'analisi è possibile, partendo da alcuni fattori: l'uguaglianza di accesso (realizzata nella maggior parte dei Paesi UE), la spesa pubblica (che in Italia però non è ancora garantita), i risultati (un'analisi ancora da noi non possibile), le opportunità nell'accesso all'istruzione, i livelli di istruzione. I dati Invalsi ci dicono che non vi è uguaglianza di opportunità rispetto alle conoscenze acquisite. Anche la spesa per l'istruzione è molto diversa tra le varie regioni italiane. Le risorse monetarie disponibili incidono sulle possibilità nell'istruzione. Ma a condizionare è anche l'origine sociale e le preferenze personali che sono comunque legate all'origine sociale, all'area di residenza. Tra i dati più significativi, emerge come l'impatto del background familiare sull'istruzione in Italia sia tra i maggiori in Europa".
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