TRENTO - "L'ing. scritto davanti al nome e al cognome rassicurava sulla propria identità. Ma se oggi uno è chiamato da una società di lavoro interinale per tre mesi a lavorare in un call center, per altri tre a fare il barista che identità può avere". L'affermazione è di Vanni Santoni, autore, tra l'altro, di 'Personaggi precari', che è intervenuto al Festival dell'economia di Trento, in un confronto organizzato dal Consiglio provinciale con Lina Wertmuller, regista, Elio, quello di 'Elio e le storie tese'.
Il messaggio di Wertmuller al pubblico di ragazzi è stato quello di essere realisti, "la cosa migliore che potete fare - ha detto - è aprire una pizzeria" e, al tempo stesso, di seguire con passione gli obiettivi dell'arte. Elio, partendo dalla sua storia (si è laureato in ingegneria e ha smesso di lavorare solo alla pubblicazione del suo secondo disco) ha consigliato ai giovani di coltivare le loro aspirazioni artistiche, ma anche di andare all'università. Rifiutando come modello educativo quello dei "talent show" ("sono solo una moda"), ha invitato i ragazzi a rifiutare l'idea che "noi italiani siamo una razza inferiore, che non sappiamo fare nulla. Siamo invece i migliori per quanto riguarda la creatività". Ha anche ricordato il suo impegno, per questo ha scritto una canzone, contro l'alcolismo giovanile. La prima causa di morte, ha sottolineato, tra i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni.
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