(ANSA) - ROMA, 30 SET - Rivedere il Codice della crisi
d'inpresa per "estendere anche al revisore legale gli opportuni
obblighi di segnalazione all'organo di amministrazione circa la
ricorrenza dei presupposti per la presentazione dell'istanza di
composizione della crisi" aziendale: ad invocarlo il presidente
del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio, in
una lettera inviata oggi al ministro della Giustizia, Marta
Cartabia, nella giornata conclusiva del convegno dell'Ungdcec
(Unione giovani dottori commercialisti) che si sta svolgendo a
Roma ed è dedicato proprio alla crisi d'impresa. Secondo il
vertice della categoria professionale, d'intesa con i
consiglieri nazionali delegati alla materia, Cristina Marrone e
Pierpaolo Sanna, "nelle situazioni di crisi (o pre-crisi o
insolvenza reversibile) contemplate nel Codice, anche in
funzione della tutela dell'interesse pubblico, occorre
enfatizzare il ruolo proattivo sia dell'organo di controllo sia
del revisore legale, che nella società, e per la società
svolgono funzioni di controllo e revisione legale, con il
precipuo obiettivo di favorire l'emersione tempestiva delle
condizioni di squilibrio patrimoniale, economico-finanziario
della società". E, si legge in una nota, "nella maggior parte
delle nostre società di capitali, in cui l'organo di controllo
non è altresì incaricato della revisione legale, l'ordinamento
non affida a quest'ultimo accertamenti di natura contabile,
demandati, invece, esclusivamente al soggetto incaricato della
revisione legale. È nostro timore - spiega de Nuccio - che il
disallineamento fra ruoli e doveri imposti all'incaricato della
revisione legale e all'organo di controllo della società, al
cospetto di una crisi, possa provocare inefficienze nella
tempestiva emersione, problemi di coordinamento e asimmetrie
informative, eventuali disfunzioni anche nella corretta
individuazione - e delimitazione - dei rispettivi ambiti di
attività in eventuali giudizi di responsabilità", si chiude la
nota. (ANSA).