(ANSA) - ROMA, 20 MAG - "Il disegno di legge sull'equo
compenso, di cui è ripresa la discussione in Senato in questi
giorni, non tutela i professionisti autonomi, divide e
discrimina invece di garantire pari diritti". Così, in una nota,
la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti, secondo
cui, "pur nella giustezza del principio, questa proposta così
definita, non permette di applicare correttamente l'equo
compenso a tutti i professionisti autonomi, siano essi iscritti
agli Ordini o meno. L'articolato di legge - spiega - si
riferisce solamente a rapporti di lavoro con amministrazioni
pubbliche e grandi committenti, limitando la platea dei
lavoratori autonomi coperti dalla norma". "Inoltre, è grave -
prosegue Scacchetti - l'impostazione che attribuisce una colpa a
carico del professionista iscritto all'ordine in caso di
violazione dell'equo compenso: è in capo al professionista la
responsabilità di impugnare eventualmente il contratto che non
rispetta i parametri, ma è sullo stesso che cade la sanzione
disciplinare da parte dell'ordine per aver accettato di fatto un
compenso sotto soglia. Insomma, il lavoratore, in posizione di
debolezza rispetto al committente, viene ulteriormente colpito".
Il provvedimento "su molti fronti ci vede insoddisfatti,
lasciando pochissimi spazi di interlocuzione con le associazioni
di rappresentanza dei professionisti autonomi e con le
organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative",
conclude la segretaria confederale. (ANSA).