(ANSA) - VENEZIA, 17 FEB - Nonostante la pandemia, continua
la crescita degli imprenditori immigrati: è quanto emerge dallo
studio della Fondazione Leone Moressa, l'istituto di ricerca
creato e sostenuto dalla Cgia di Mestre, analizzando i dati
Infocamere. La ricerca fotografa la situazione al al 31 dicembre
2020, osservando la presenza di imprenditori nati all'estero e
le dinamiche in corso nell'ultimo anno e negli ultimi dieci.
Nel 2020 gli imprenditori nati all'estero sono stati 739.568,
con un'incidenza del 9,8% rispetto al totale (valore in costante
crescita rispetto al 7,1% del 2011). Guardando agli ultimi dieci
anni, appare evidente la differenza tra nati in Italia (-8,6%) e
nati all'estero (+29,3%). Anche nel 2020, nonostante l'emergenza
sanitaria, il numero è aumentato (+2,3%), mentre quello dei nati
in Italia è rimasto invariato (-0,02%).
Il primato va alla Cina, che si conferma il primo Paese
(75.906 imprenditori), in lievissima crescita rispetto all'anno
precedente (+0,5%). Anche Romania e Marocco contano più di 70
mila imprenditori. Sommando queste tre nazionalità arriviamo a
quasi il 30% di tutti gli imprenditori nati all'estero.
Nell'ultimo anno gli aumenti più significativi si sono
registrati tra le comunità dell'Est Europa: Romania (+3,6%),
Albania (+6,0%), Moldavia (+8,6%), Ucraina (+5,2%). In crescita
anche Nigeria (+8,2%), Pakistan (+5,1%) ed Egitto (+3,8%).
Rallentano invece Bangladesh (+1,7%) e India (+2,4%),
nazionalità che erano cresciute fortemente nell'ultimo decennio.
Uno su tre nel Commercio.
Il 32,8% degli imprenditori di origine immigrata opera nel
Commercio. Seguono i Servizi (23,4%) e le Costruzioni (21,4%).
Prendendo in considerazione invece l'incidenza degli immigrati
per ciascun settore, il comparto in cui la componente straniera
ha il peso maggiore è l'edilizia, con il 16,0%. Seguono
commercio (13,4%) e Ristorazione (12,2%). Nell'ultimo anno i
settori in cui gli imprenditori immigrati sono aumentati
maggiormente sono Agricoltura (+4,6%) e Costruzioni (+4,3%).
Presenza più forte al Centro-Nord.
La prima regione per numero di imprenditori stranieri è la
Lombardia, con oltre 157 mila unità (oltre un quinto del totale
nazionale). In questo caso, la componente immigrata rappresenta
l'11,6% dell'imprenditoria complessiva. La seconda regione è il
Lazio, con oltre 89 mila imprenditori: qui si registra
l'incidenza più alta in assoluto (13,0%). Seguono poi tre
regioni con oltre 60 mila imprenditori stranieri: Toscana,
Emilia-Romagna e Veneto. (ANSA).