(di Max Firreri)
(ANSA) - SCIACCA, 21 DIC - Per 78 anni sono rimasti sepolti
sotto terra. I resti di un Bombardiere americano abbattuto nel
'43 vicino Sciacca e di alcuni dei sei avieri che vi erano a
bordo, sono stati ritrovati grazie a una missione in Sicilia del
Dipartimento americano della Difesa. Sarà ora la comparazione
del dna con alcuni dei parenti ancora vivi a dare la certezza o
meno che si tratti proprio di quei soldati scomparsi. L'agenzia
del Governo Usa dal 2015 si occupa di trovare nel mondo i resti
degli americani morti sul campo o che sono stati prigionieri nei
più importanti conflitti mondiali. Trenta soldati guidati dal
capitano Neal Gupta hanno scavato per un mese e mezzo in
contrada Piana Grande di Misilufurmi, una vallata tra Sciacca e
Menfi, a pochi chilometri dell'aeroporto fantasma, così chiamato
perché la base militare rimase nascosta e mimetizzata per tre
anni, dal 1940 al 1943.
"La ricerca è iniziata anni addietro", spiega l'archeologo
Clive Vella dell'Agenzia americana. "Dopo uno studio storico del
rapporto scritto all'epoca avevamo contezza che il punto dove
l'aereo è caduto si trovava a circa 1,5 chilometri dal centro di
Sciacca. Poi nel 2017 siamo venuti per la prima volta a
ispezionare la zona e con un metal detector ci siamo accorti che
c'erano parti metalliche che, presumibilmente, appartenevano
all'aereo che cercavamo". Così la ricerca ha mosso i primi passi
concreti. A partire da un soldato americano sconosciuto sepolto
al cimitero di Sciacca (era uno dei sei dispersi) fino a
individuare la vallata dove presumibilmente si trovavano i resti
degli altri 5 caduti.
"L'unica indagine alla ricerca di questo Bombardiere
abbattuto fu fatta nel 1944 dall'American Graves Registration
Service che accertò la presenza di alcune parti dell'aereo",
racconta ancora Clive Vella. Di quel volo si conosce la storia:
si trattava di un B25 con sei uomini a bordo, partito il 10
luglio 1943 da Hergla, in Tunisia, che sarebbe dovuto atterrare
a Sciacca ma che fu abbattuto dalle forze della controaerea
tedesca. Su quell'area si sono concentrate ora le ricerche dei
soldati americani: scavi con mezzi meccanici e a mani nude e poi
le zolle di terra passate a setaccio con l'acqua per cercare
resti di ferro, oggetti personali e frammenti di ossa. Tutto
coordinato come in un campo militare, scandito da tempi precisi
e piena collaborazione. Ora, la comparazione del Dna.
L'obiettivo della campagna di ricerca è molteplice: tenere
viva la memoria, rendere onore alla bandiera stelle e strisce e
al 'fratello americano' morto in guerra lontano dagli Usa,
restituire i resti alle famiglie. In 41 nazioni sono 82 mila le
vittime originarie degli Usa, soltanto 27.500 nell'area
euro-mediterranea, 1.400 in Italia. In Sicilia i dispersi del
Secondo conflitto mondiale sono 127, di cui 61 sono sepolti come
sconosciuti ai cimiteri di Nettuno e Firenze. Solo nel 1943 gli
incidenti aerei accertati sono stati 52 (con 128 soldati
coinvolti), di cui non si sono trovati più i resti. Sui
frammenti d'ossa ritrovati (i soldati li chiamano 'evidenze'),
una volta trasferiti nei laboratori di Omaha, in Nebraska, si
studierà il Dna tramite la tecnologia Next-generation sequencing
per poi compararlo con quello dei parenti. "Già tre familiari
dei cinque soldati dispersi sono stati informati della nostra
ricerca e collaboreranno con noi" chiarisce Clive Vella. "La
nostra missione è quella di cercare, identificare e restituire
ai familiari i resti dei nostri fratelli americani morti nel
mondo durante i conflitti - spiega il capitano Neal Gupta - non
vogliamo lasciare nulla al caso ma ridare onore, anche dopo così
tanto tempo, agli americani che sono caduti in conflitto".
L'identità dei cinque militari dispersi, seppur conosciuta
dagli uomini dell'Agenzia, per ragioni militari e di sicurezza
non verrà resa nota, "sino a quando non si completeranno le
operazioni di avvenuta certezza dell'identità con gli esami sui
frammenti ossei che potremo trovare", chiarisce Vella. (ANSA).