(ANSA) - PALERMO, 28 GEN - "Se è vera la proposta del
sottosegretario alla salute Costa di trasformare tutto in zona
rossa, non è questa la trasformazione dei colori che i sanitari
auspicano Le terapie intensive e gli ospedali scoppieranno
prima". Lo dice il professore Antonello Giarratano, presidente
della Siaarti, la società italiana di anestesia, analgesia,
rianimazione e terapia intensiva, e direttore dell'unità di
anestesia e rianimazione del policlinico di Palermo.
"Si decide solo zona rossa? Sanno che significa oltre 30% di
occupazione intensive per il sistema sanitario regionale che
arrivato a quel punto non curerà più nessuno che non sia Covid?
Toglieranno il 'taroccamento autorizzato di Stato' dei posti
'attivabili' sulla carta o in parallelo metteranno i posti
'chiudibili', cioè da chiudere fino all'intero ospedale per la
sanità non Covid? Anestesisti rianimatori - sottolinea
Giarratano - hanno sangue nelle vene, ma non c'è più sangue
nelle loro vene. La volontà degli anestesisti rianimatori non
potrà superare l'esaurimento ormai raggiunto delle loro
energie".
Secondo il professor Giarratano, che è anche componente del
Cts siciliano, dunque, il sistema dei colori viene utilizzato
"in modo sbagliato, perché bisogna limitare la mobilità dei
soggetti non vaccinati e dei fragili, purtroppo sono loro che
oggi stanno intasando il sistema sanitario nazionale nella
maggior parte dei casi. Sono questi pazienti in larga parte a
perdere la vita. Se alcune settimane fa ci avessero ascoltato,
quando avevamo proposto subito la zona arancione o rossa, oggi
non avremmo questa situazione e avremmo tutelato la salute dei
più deboli e degli stessi non vaccinati".
Sempre a proposito di posti letto, Giarratano sostiene che
"il 30 per cento dei posti attivabili in alcune regioni come la
nostra significa 45% dei posti reali , intendendo le vere
terapie intensive e non sale operatorie o altri reparti
trasformabili e senza personale specializzato. Con una
popolazione di medici e di anestesisti rianimatori
all'esaurimento - aggiunge - e con la metà dei posti di ogni
ospedale occupati dal Covid, equivale a non curare fino a far
morire metà della popolazione che necessita cure non Covid. La
certezza, e non la possibilità, è di non curare più i pazienti
non Covid. Non voglio fare allarmismo, ma oggi la politica e i
cittadini devono forse pregare che il Covid si fermi da solo?",
conclude Giarratano. (ANSA).