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L'appello di Scarlett Johansson per Zaki, 'liberatelo'

Video della star di Hollywood in favore di 4 attivisti Eipr

IL CAIRO, 2 DIC - Senza un filo di trucco, i biondi capelli tirati indietro, alla fine anche evidentemente commossa: uno dei volti più noti di Hollywood, quello di Scarlett Johansson, ha speso la propria notorietà per chiedere in maniera clamorosa all'Egitto la scarcerazione dei tre dirigenti dell'ong per la difesa dei diritti civili egiziana Eipr e del suo ricercatore Patrick Zaki. Una voce nuova, di certo mediaticamente la più sonora, che si è unita al coro di istituzioni e Paesi i quali, con l'Italia in prima fila, chiedono la stessa cosa.

In un video di quasi tre minuti postato su Youtube, l'attrice americana ha esordito dicendo che "far sentire la propria voce in Egitto oggi è pericoloso" e citando il caso di "quattro esseri umani arrestati erroneamente per il loro lavoro compiuto lottando per la dignità degli altri: Gasser, Karim, Mohamed e Zaki dell'Iniziativa egiziana per i diritti personali", l'Eipr appunto. Il riferimento è al direttore esecutivo Gasser Abdel Razek, a quello per la Giustizia penale Karim Ennarah e al responsabile amministrativo Mohamed Basheer arrestati tra il 15 e il 19 novembre scorsi per presunta militanza in favore della Fratellanza musulmana messa al bando in Egitto come terrorista. Patrick, lo studente egiziano dell'Università di Bologna arrestato mentre tornava a casa per un vacanza, è invece in carcere da febbraio con l'accusa di propaganda sovversiva.

"Mi unisco alla gente in Egitto e a molti altri nel mondo e chiedo l'immediato rilascio di Gasser, Karim, Mohamed e Zaki", ha scandito l'attrice ammirata fra l'altro in Lost in Translation. La commozione, repressa chiaramente senza recitare alcun copione, si è intuita quando ha chiuso facendo gli auguri di "buon compleanno a Karim", che "passerà in prigione" la ricorrenza dei suoi 37 anni: "Non sei solo". Il caso dei dirigenti Eipr, una delle maggiori ong egiziane per la difesa dei diritti civili, ha destato dichiarata preoccupazione anche all'Onu e ha innescato richieste di scarcerazione da parte di diverse capitali, Roma, Parigi e Londra incluse.

La Farnesina, attraverso l'ambasciata d'Italia al Cairo guidata da Giampaolo Cantini, ha compiuto molti passi ufficiali al Cairo per sensibilizzare le autorità locali sul caso. Inoltre il 23 novembre un diplomatico italiano ha portato solidarietà ai familiari e colleghi dei dirigenti arrestati nei pressi della Procura, dove si svolgeva un interrogatorio. "Un governo veramente democratico celebrerebbe questi uomini, non li imprigionerebbe", ha detto fra l'altro la Johansson nel suo video sottolineando le loro sofferenze in carcere e notando che Zaki "è stato torturato" al momento dell'arresto.

Proprio oggi tra l'altro è trapelata la notizia che lo studente nella prigione di Tora dove è rinchiuso dorme per terra e alla sua legale Hoda Nasrallah - che ha potuto fargli visita per la prima volta da quando è stato fermato in febbraio - ha chiesto una pomata e una cintura di sostegno contro il mal di schiena.

"Il sollievo che deriva dal fatto che Patrick incontri i familiari e oggi anche la sua legale è però molto attenuato, quasi annullato, dai dettagli che poi arrivano da questi incontri. L'idea che Patrick da nove mesi dorma per terra la dice lunga sulle sofferenze aggiuntive che il regime carcerario egiziano produce, oltre al fatto che sta trattenendo un innocente". Così all'ANSA Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "Ribadiamo la richiesta, ancora una volta, al Governo italiano perché si dia seriamente da fare in vista anche del 7 gennaio, il Capodanno copto. Noi - sottolinea Noury - desideriamo che quel giorno Patrick sia libero per festeggiare il Capodanno con la sua famiglia e che poi i successivi giorni del 2021 li passi dove desidera, magari a Bologna dove lo aspettiamo e lo aspettano in tanti".

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