(ANSA) - NAPOLI, 6 LUG - Una medaglia d'oro val bene una
notte insonne. Lo sa bene Erica Cipressa, prima azzurra a
portare a casa il metallo più pregiato alle Universiadi di
Napoli nel fioretto femminile.
"L'adrenalina quando vinci una gara - spiega il giorno dopo
all'ANSA - è enorme e si fa fatica a prendere sonno, ma il
risveglio è fantastico. Sono molto contenta di aver vinto, ero
venuta qui con questo obiettivo e l'ho raggiunto. Ed è stato
ancora più bello vincere davanti al pubblico di casa, ai miei
amici e al mio ragazzo. Posso dire che per me è stata la
giornata perfetta. Ci sono tante variabili in un assalto, gli
arbitri, la fortuna, gli avversari e invece è andato tutto
liscio". Fin troppo facile la finale contro la francese Patru
dominata 15-3: "Non pensavo al punteggio ma solo a mettere a
segno le stoccate, una dopo l'altra. Non credevo di vincere così
facile, anche se con lei avevo già vinto quest'anno per 15-7".
Figlia di papà Andrea, oro a Los Angeles nel fioretto a
squadre e ct della nazionale, Erica spiazza tutti quando dice di
voler ripercorrere le orme di Valentina Vezzali: "Lei è un
esempio per tutti, ha vinto tantissimo". Soprattutto in quei
Giochi Olimpici che al momento sono un sogno: "Sono
ventiquattresima nella classifica mondiale e sesta tra le
italiane (a Tokyo 2020 vanno quattro atlete per arma). Sono
indietro, ma i giochi sono ancora aperti, ho un anno per fare
bene ma ora penso a lunedì. Abbiamo la gara a squadre, abbiamo
una squadra forte - dice - e penso che ce la possiamo fare.
Sarebbe bello fare il bis". Sarà l'ultima fatica stagionale per
Erica, da chiudere possibilmente in bellezza, prima delle
agognate vacanze: "Me le merito - dice aprendosi in un sorriso -
le aspetto da un anno. Dove? Alle Bahamas e a Miami".