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Contro lo spreco alimentare, italiani congelano gli avanzi

Contro lo spreco alimentare, italiani congelano gli avanzi

Secondo l'Osservatorio nazionale Waste Watcher, cucinano gli avanzi, controllano le scadenze e fanno la spesa con più attenzione

ROMA, 04 febbraio 2019, 15:54

Redazione ANSA

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Contro lo spreco alimentare, italiani congelano gli avanzi (fonte: Wikimedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Contro lo spreco alimentare, italiani congelano gli avanzi (fonte: Wikimedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Contro lo spreco alimentare, italiani congelano gli avanzi (fonte: Wikimedia) - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - Congelano, cucinano gli avanzi, controllano le scadenze e fanno la spesa con più attenzione. Sono questi i rimedi antispreco più frequenti adottati dagli italiani che confessano di gettare a casa 2,4 chilogrammi di cibo ogni mese a famiglia, circa 600 grammi a settimana, per un valore corrispettivo di 28 euro. Lo rileva l'Osservatorio nazionale Waste Watcher, secondo il quale il 65% provvede a un check della dispensa prima di fare la spesa, il 61% congela il cibo a rischio deperibilità e il 54% cerca di prevenire controllando la quantità di cibo ottimale prima di cucinarlo.

Oltre la metà degli italiani (52%) verifica se il cibo è ancora adatto a essere consumato prima di risolversi a buttarlo e il 44% affronta il test dell'assaggio. Molti si dedicano a ricette con cibo di recupero dagli avanzi del pasto prima (48%), ma solo un italiano su tre (34%) richiede al ristoratore una bag per trasportare a casa il cibo che non è riuscito a consumare; e ancora appena un italiano su cinque (22%) dona al vicino il cibo in eccesso a rischio spreco.

L'Osservatorio esamina anche le abitudini di acquisto, oltre a quelle di gestione del cibo e conferma che i negozi al dettaglio sono sempre meno frequentati dai consumatori (18%), così come il mercato (15%) a favore della schiacciante concorrenza dei supermercati (7 italiani su 10) e ipermercati (3 italiani su 10). Da segnalare l'avanzata degli acquisti online, praticati dall'8% degli intervistati. 

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