L'84% dei manager mondiali afferma che
l'intelligenza artificiale è il vero "game changer", punto di
svolta dei prossimi cinque anni. E per il 62% l'impatto
dell'Artificial Intelligence (Ai) sarà superiore rispetto alla
rivoluzione di Internet. Manca però una roadmap per
l'implementazione e la valorizzazione di una tecnologia così
evoluta. A livello globale meno di un amministratore delegato su
dieci ha implementato l'AI su vasta scala e il 35% dichiara di
avere "progetti Ai nei prossimi tre anni". A evidenziare
l'evoluzione in chiave tecnologica del fare impresa è uno studio
presentato da Pwc in occasione di Cibus Connect, alla Fiera di
Parma.
Il 9% degli intervistati, evidenzia il report Pwc, utilizza
già un voice assistant con Artificial Intelligence per
acquistare con frequenza settimanale o più spesso. Tale
percentuale è destinata a crescere con la maggioranza di
consumatori che ha espresso la volontà di acquistare tali
devices: in primis in Brasile (59%) seguito da Cina (52%),
Indonesia (49%), Vietnam (45%), Tailandia (42%), Polonia (40%) e
Italia (38%). Inoltre, il 34% dei consumatori si aspetta dal
personale nel punto vendita un'adeguata conoscenza dei prodotti,
il 33% si attende metodi di pagamento semplici e rapidi, il 40%
un percorso di acquisto veloce ed intuitivo.
Passando al carrello della spesa tuttavia nell'industria della
distribuzione l'utilizzo dell'Ai, secondo l'analisi Pwc, è
ancor meno maturo: circa il 40% dei Ceo non ha intenzione di
perseguire l'AI, il 20% si limita a poche applicazioni e solo
uno su 20 ha implementato l'AI su vasta scala, mentre il 33%
dichiara di avere "progetti AI nei prossimi tre anni". Mentre
fra i trend consumer legati alla sfida digitale il 51% dei
consumatori global ha acquistato alimentari online negli ultimi
12 mesi e il 50% dichiara di «preferire» questo canale.
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