L'Italia dovrebbe fare di più per proteggere i suoi posti di lavoro nel settore automobilistico anziché attaccare Stellantis per il fatto che produce meno nel nostro Paese. "Si tratta di un capro espiatorio nel tentativo di evitare di assumersi la responsabilità per il fatto che se non si danno sussidi per l'acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in l'Italia", ha dichiarato il ceo di Stellantis, Carlos Tavares, interpellato da Bloomberg sulle critiche della premier, Giorgia Meloni. Secondo il numero uno dell'azienda automobilistica in Italia sono Mirafiori, dove viene prodotta la 500 elettrica, e Pomigliano le fabbriche i cui posti di lavoro sono più a rischio.
Le dichiarazioni colgono di sorpresa il governo. La replica arriva dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Se Tavares o altri ritengono che l'Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all'interno dell'azionariato di Stellantis, ce lo chiedano", afferma il ministro dopo il tavolo automotive convocato per illustrare il nuovo piano di incentivi da 950 milioni di euro. Una provocazione quella del ministro perché il governo non avrebbe alcuna intenzione di entrare davvero nell'azionariato di Stellantis, ma, d'altra parte, neppure da parte di Exor è stata mai ventilata l'ipotesi di cedere quote (oggi la holding degli Agnelli è il principale azionista della casa italo francese con il 14,2%). L'ipotesi piace però alla segretaria del Pd Elly Schlein. "Tavares ha lanciato una sfida, il governo la raccolga e non faccia cadere la provocazione dell'ad di Stellantis. Si prenda sul serio l'ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese". Anche il leader del M5S Giuseppe Conte l'apprezza e chiede al ministro Urso di "non fare solo chiacchiere e di trattare l'ingresso dello Stato in Stellantis".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA