"Sicuramente l'incontro non è andato bene e le dichiarazioni di Tavares, di Stellantis, non rassicurano le realtà del Mezzogiorno, e soprattutto Pomigliano". Lo dice il segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati, commentando l'esito del tavolo sull'automotive.
"Non abbiamo motivo di preoccupazione immediata ma è evidentte - aggiunge - che se non c'è una prospettiva per il dopo Panda, soprattutto per la quantità e la qualità del lavoro che rappresenta una vettura di largo mercato, è chiaro che la tenuta occupazionale per Pomigliano rischia di essere molto preoccupante".
"Le dichiarazioni dell'ad di Stellantis, Carlos Tavares, sul destino dello stabilimento di Pomigliano d'Arco non ci colgono di sorpresa. Si sta realizzando il piano che punta a portare le produzioni fuori dal nostro Paese per ridurre i costi del lavoro", il commento del segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci.
"Con questa decisione - aggiunge - la Campania viene colpita due volte, avendo sul suo territorio due stabilimenti. In quello di Pomigliano sono impiegati 4500 lavoratori e lavoratrici, oltre l'indotto composto da piccole aziende oltre a quelle della componentistica. Ancora una volta, una multinazionale pretende e prende incentivi dal nostro Paese e poi scappa all'estero alla prima occasione utile. Il Governo Meloni, non avendo strumenti a disposizione per incidere sulle scelte di Stellantis - conclude - ora deve assumersi le proprie responsabilità ed evitare la fuga verso la Francia valorizzando quelle produzioni".
"Le dichiarazioni dell'ad di Stellantis Tavares, che individua in Mirafiori e Pomigliano stabilimenti a rischio tagli, confermano le preoccupazioni sollevate da noi oggi al tavolo automotive al Mimit", sostiene Biagio Trapani, segretario generale della Fim Cisl Napoli. "Il livello di criticità - aggiunge - è ormai altissimo. Chiediamo alla presidente Meloni di convocare subito Tavares e i sindacati della categoria per programmare misure appropriate e condivise, sottraendo gli stabilimenti italiani alla crescente insicurezza sul loro futuro. Il tema degli incentivi è sicuramente importante perché il settore sta soffrendo, ma esiste un tema legato alla questione industriale che non è stato ancora affrontato. Abbiamo il bisogno di accelerare oltre che sugli incentivi anche sulle politiche industriali". Secondo il sindacalista, poi, "occorre anche siglare un patto con Stellantis che confermi la sua permanenza e il rafforzamento di tutti i siti in Italia, ma soprattutto che riempia di volumi produttivi i plant del nostro Paese. Nelle prossime settimane bisognerà accelerare il confronto con Stellantis". "Come Fim-Cisl - conclude - continueremo a sostenere gli interventi in questo senso, ma non riteniamo utile un ragionamento di tipo autarchico, dobbiamo assegnare nuovi modelli sfruttando tutti i quattro marchi di Stellantis, non solo quelli Italiani. L'ipotesi di un possibile secondo produttore in Italia ci vede come Fim-Cisl favorevoli e disponibili a sostenerlo sul piano sindacale. Le lavoratrici e i lavoratori di Pomigliano hanno dato e fatto tanto per la sopravvivenza del settore automobilistico italiano conquistandosi il diritto di avere un posto di rilievo all'interno della discussione del futuro del settore".
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