"Desta grande preoccupazione il
rinvio del voto del Consiglio dell'Unione Europea sulla Nature
Restoration Law. Il consiglio Ue la deve approvare al più presto
perchè è indispensabile affinché gli ecosistemi naturali possano
garantire aria, acqua e suoli sani alle nostre e alle future
generazioni".
Lo scrive il Wwf annunciando di aver presentato un appello al
governo e al consiglio dell'Ue affinchè si impegnino in una
rapida approvazione.
"Questa normativa, discussa a lungo e concordata con i
governi dell'Ue, oggi è arrivata alla sua formulazione ultima
che fissa l'obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone
terrestri e marine dell'UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi
entro il 2050. Dopo l'approvazione del Parlamento europeo, ora è
fondamentale che il Consiglio confermi l'impegno a garantire il
ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell'Ue,
a contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in
materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza
alimentare. In gioco non c'è solo il recupero di ambienti
naturali come foreste, fiumi e habitat marini: in gioco ci sono
la mitigazione e l'adattamento al cambiamento climatico, la
difesa da inondazioni, incendi e desertificazione, la qualità
dell'acqua e dell'aria. In altre parole, in gioco c'è la anche
la sicurezza di tutti i cittadini europei. Per questo è
preoccupante lo stallo in cui si trova ora il Consiglio
dell'Unione Europea dopo il mancato raggiungimento della
maggioranza qualificata degli Stati Membri".
Il voto del Consiglio, previsto per lunedì 25 marzo ma
"l'inaspettata giravolta dell'Ungheria, a cui si sono associati
i voti contrari e le astensioni di Italia, Svezia, Polonia,
Finlandia, Paesi Bassi, Belgio e Austria hanno messo nuovamente
a rischio la legge".
Quindi "Serve un sì che consenta di stabilire obiettivi
chiari e azioni concrete a tutela della natura e dei cittadini
europei. La Nature Restoration Law si propone di ripristinare
ecosistemi e habitat, prevedendo di riportare alla naturalità
almeno il 20% delle terre e delle acque dell'Unione Europea e di
liberare dalle infrastrutture almeno 25.000 km di fiumi europei
entro il 2030, con l'obiettivo finale al 2050 di ripristinare
tutti gli ecosistemi degradati".
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