"Non è iniziata nessuna costruzione"
del deposito nazionale nucleare "proprio perché prima verranno
ascoltati i territori", con "la più grande consultazione
pubblica degli ultimi anni: un processo che durerà almeno 44
mesi, circa tre anni e mezzo e che con estrema trasparenza
coinvolgerà amministratori, università, associazioni di
categoria e tutti i cittadini". Lo rileva il ministro
dell'Ambiente, Sergio Costa, in un post su Facebook precisando
che "è un'opera necessaria e bisogna realizzarla con la massima
partecipazione e trasparenza".
La pubblicazione della Cnapi, la carta con i 67 luoghi
potenzialmente idonei per il deposito nazionale delle scorie
nucleari, avvenuta il 5 gennaio, è solo l'inizio di un processo
lungo, complesso e partecipato, che dovrebbe portare in futuro
alla individuazione del sito definitivo.
Pubblicato l'elenco dei siti a cui hanno seguito le proteste
di Comuni e Regioni, per almeno due mesi si potrà consultare la
documentazione. Dopodiché, nel giro di quattro mesi sarà
organizzato un seminario nazionale con enti locali, associazioni
di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca. Nel
corso di questo, saranno esaminati tutti gli aspetti legati al
deposito, dalla sicurezza all'economia. In base ai risultati del
Seminario Nazionale, Sogin aggiornerà la Cnapi. La Carta verrà
nuovamente sottoposta ai pareri dei ministeri dello Sviluppo
Economico, dell'Ambiente e delle Infrastrutture, e dell'ente di
controllo Isin.
Dopo tutte queste valutazioni, il ministero dello Sviluppo
Economico preparerà la versione definitiva del documento, cioè
la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. "Sarà una
procedura fortemente partecipata e trasparente - ha scritto in
un comunicato il ministero dell'Ambiente - condotta coinvolgendo
gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale
potranno pervenire le candidature dei comuni". A quel punto,
spetterà al governo scegliere il sito definitivo. La Sogin
prevede che per la realizzazione del Deposito saranno necessari
4 anni di cantieri. La struttura occuperà 150 ettari: 110 per il
deposito e 40 per un Parco tecnologico dedicato alla ricerca e
alla formazione sul nucleare. Il deposito sarà costituito da 90
costruzioni in calcestruzzo, le "celle". All'interno saranno
conservati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i
"moduli". Questi conterranno a loro volta i bidoni metallici dei
rifiuti radioattivi stabilizzati, i "manufatti". Nelle celle
verranno sistemati circa 78.000 metri cubi di rifiuti a molto
bassa o bassa attività. Una volta riempite, le celle saranno
ricoperte da una collina artificiale di materiali inerti e
impermeabili, sulla quale crescerà l'erba. L'impianto riceverà
rifiuti per 40 anni. Dopo, li custodirà fino a che non saranno
più radioattivi, per 300 anni. In un'apposita area del deposito
saranno stoccati anche 17.000 metri cubi di rifiuti a media e
alta attività, quelli che rimangono radioattivi per migliaia di
anni. Questi dovranno poi essere sistemati definitivamente in un
deposito sotterraneo ancora da individuare, probabilmente a
livello europeo. L'impianto costerà 900 milioni di euro,
finanziati con la quota delle bollette elettriche destinata allo
smantellamento degli impianti nucleari. La stessa quota
finanzierà la gestione dei rifiuti dalle centrali atomiche. Per
gli altri rifiuti (ad esempio quelli medicali), pagherà chi li
smaltirà lì. "Si stima che la costruzione del Deposito - scrive
Sogin - genererà oltre 4.000 posti di lavoro l'anno per 4 anni
di cantiere. Durante la fase di esercizio, l'occupazione diretta
è stimata mediamente in circa 700 addetti, fra interni ed
esterni, con un indotto che può incrementare l'occupazione fino
a circa 1.000 unità". Il decreto legislativo 31 del 2010
riconosce poi al territorio che ospiterà il Deposito un
contributo economico da contrattare fra gli enti locali e la
Sogin.
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