Fino ad ora i venti di guerra che
soffiano in Medio Oriente non hanno ancora prodotto effetti
particolarmente gravi per i nostri scambi commerciali. Lo
sostiene la Cgia di Mestre, sottolineando che tra i primi due
mesi del 2023 e lo stesso periodo di quest'anno, il numero di
navi mercantili in arrivo nei porti italiani è diminuito di 169
unità, pari a -3,6% del totale arrivi. Ma sono a rischio nel
prossimo futuro le importazioni soprattutto di Lombardia e
Veneto, anche se, almeno fino ad ora, le navi mercantili
provenienti dal Sud Est Asiatico sono approdate quasi tutte nel
Mediterraneo e successivamente nei porti italiani.
I tempi di percorrenza si sono allungati, provocando un
deciso aumento del costo dei noli. Per un container di 40 piedi
che a metà gennaio ha percorso la rotta Cina-Asia Orientale è
arrivato fino al Mediterraneo, il prezzo ha toccato il picco di
6.673 dollari. Nulla a che vedere, comunque, con le tariffe che
venivano praticate nell'estate del 2021, quando si aggiravano
attorno ai 12.000 dollari. Va anche segnalato che rispetto a un
paio di mesi fa i costi sono in discesa. Lo scorso 1 marzo,
infatti, il prezzo è sceso a 4.972 dollari per container, contro
i 3.300 dollari registrati dall'indice mondiale noli calcolato
da Freightos Baltic Index.
Tra i principali sistemi portuali presenti in Italia, la
contrazione più importante in termini assoluti ha riguardato
Genova che ha visto diminuire gli attracchi di 61 unità
(-10,7%). Seguono Livorno con -43 (-9,8%) e Venezia con -34
(-6,4%). In controtendenza, invece, i risultati conseguiti dal
porto di Augusta che ha registrato un aumento degli approdi di
30 unità (+12,2%), da Napoli con +35 unità (+18,2%) e da
Sarroch-Cagliari con +39 unità (+18,7%).
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