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Woman Life, Biennale ospiti iraniani dissidenti, come con Weiwei

Woman Life, Biennale ospiti iraniani dissidenti, come con Weiwei

Accoglie palestinesi e per anni ha rifiutato il Sud Africa

ROMA, 01 marzo 2024, 14:45

Redazione ANSA

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Nessuna "polemica sterile", ma la richiesta di ospitare gli artisti iraniani che si oppongono al regime, dando loro spazio negli eventi della Biennale, così come concesso agli artisti palestinesi. E come ha fatto negli anni, dando spazio ad artisti dissidenti come Ai Weiwei o Tania Bruguera. È quanto chiedono Woman Life Freedom Europe e Woman Life Freedom Italy in una lettera indirizzata sempre ai vertici della Biennale, del governo, nonché all'Ue. Il nuovo appello segue quello più volte rivolto alla Biennale di Venezia per l'esclusione della Repubblica Islamica dell'Iran, a cui l'organismo ha risposto solo di recente e solo dopo che, in extremis, a ridosso del 19 gennaio 2024, l'Iran ha presentato istanza di partecipazione.
    Le due organizzazioni, peraltro, fanno presente che, a proposito della Russia, se è vero che il ritiro dalla partecipazione venne deciso dagli stessi artisti e curatori russi, risulta anche che la Biennale con una nota del 2 marzo 2022 rifiutò ufficialmente "ogni forma di collaborazione con chi ha […] attuato o sostiene un atto di aggressione di inaudita gravità, e non accetterà pertanto la presenza alle proprie manifestazioni di delegazioni ufficiali, istituzioni e personalità a qualunque titolo legate al governo russo".
    Inoltre, scrivono le due diverse emanazioni di Woman Life Freedom, per quasi trent'anni, dal 1968 al 1993, il Sudafrica venne escluso dalla mostra per motivi umanitari (apartheid).
    Mentre non è nuova anche la scelta da parte della Biennale di prendere una posizione ed ospitare artisti dissidenti negli eventi collaterali, come già accaduto con il cinese Ai Weiwei durante l'edizione 55 o con la cubana Tania Bruguera nel 2009, entrambi artisti dissidenti e attivisti.
    Per questo "invitare ed ospitare artisti iraniani dissidenti sarebbe una risposta coerente con la storia della Biennale di Venezia e con le condanne dell'Unione Europea nei confronti di un Paese che viola giornalmente i diritti di tutti". I precedenti appelli sono stati firmati, tra gli altri, dall'artista iraniana Shirin Neshat, dalla regista Marjane Satrapi, dall'avvocata Shirin Ebadi - Nobel per la Pace 2003 - e, tra tanti altri, dai registi Marco Bellocchio e Nanni Moretti.
   

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