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Industria Vicenza chiude il 2023 con produzione in calo (-2,8%)

Industria Vicenza chiude il 2023 con produzione in calo (-2,8%)

Dalla Vecchia, 'il rischio è di perdere posti di lavoro'

VICENZA, 20 febbraio 2024, 11:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Per la prima volta dopo il Covid, la produzione industriale di Vicenza chiude il 2023 in negativo rispetto all'anno precedente, facendo segnare un -2,8%. Lo annuncia Laura Dalla Vecchia, presidente dell'associazione territoriale, uno dei principali centri dell'economia manifatturiera europea e terza provincia italiana per export, prima per l'export pro capite, e con un numero di dipendenti che supera i 92.000 (+2.500 in un anno).
    L'andamento dell'anno ha visto un primo trimestre moderatamente positivo (+0,49%), con un'inversione di tendenza repentina a partire dal secondo (-3,79%). La curva discendente si è confermata in estate, con i mesi tra luglio e settembre che hanno portato ad un (-5,42%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e, infine, a una leggera frenata del calo con un -2,47% nell'ultimo trimestre.
    Nel quarto trimestre 2023, per l'industria vicentina il mercato interno segna un -3,3%, mentre l'export Ue ed extra-UE segnano rispettivamente -0,5% e -1,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 32% delle aziende, cresce per il 21% mentre diminuisce per il 47% (saldo pari a -26); il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi nel 22% dei casi (21% nel trimestre precedente). La percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità è pari al 12% (15% nel trimestre precedente) e risulta leggermente in aumento la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (18% contro il 16% del trimestre precedente).
    Nonostante la debolezza del ciclo economico, nel trimestre ottobre-dicembre 2023 il numero di occupati ha continuato ad espandersi registrando un timido aumento (+0,9%). Il 57% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, il 22% l'ha aumentato, mentre il 21% ha ridotto la forza lavoro.
    "Lo abbiamo detto e ripetuto alle istituzioni, italiane e soprattutto europee, e anche agli altri attori sociali - commenta Dalla Vecchia -: se non viriamo, andiamo a sbattere e inizieremo a perdere posti di lavoro. L'Europa, in particolare, è il grande regolatore del nostro futuro".
   

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