Per la prima volta nell'ultimo
quadriennio, in Veneto l'anno si apre con un bilancio
complessivamente positivo per il mercato del lavoro veneto, con
600 nuove posizioni lavorative dipendenti, frutto soprattutto
dei risultati registrati dalla componente maschile e da quella
straniera. Il dato emerge dalla 'Bussola' dell'agenzia regionale
Veneto Lavoro.
Le assunzioni si rivelano però al -1,4% rispetto al 2022 e al
-3,8% sul 2019. Ancora più marcato il calo delle cessazioni
(-3%), tra le quali spicca la contrazione del volume delle
conclusioni di contratti a termine, diretta conseguenza della
riduzione del bacino di assunzioni registrata dei mesi
precedenti. Il calo dei flussi in entrata e in uscita dal
mercato del lavoro conferma il rallentamento della mobilità
interna, il quale, dopo una lunga fase di crescita, sembra ora
assestarsi su un nuovo equilibrio.
In crescita i contratti part time (+3,9%), soprattutto per
specifiche dinamiche settoriali in agricoltura e in alcuni
comparti del terziario: ora interessano il 27% delle assunzioni
mensili complessive, percentuale che arriva al 44% per le donne.
I contratti a tempo indeterminato aumentano di 5.400 nel mese,
un risultato più contenuto rispetto a inizio 2023, e mostrano
una diminuzione sia delle assunzioni che delle trasformazioni.
Il tempo determinato registra un saldo tipicamente negativo
(-5.100) ma più favorevole rispetto a quello del biennio
precedente. I rapporti di lavoro in somministrazione, per i
quali i dati sono disponibili fino a fine 2023, registrano un
calo delle missioni attivate (-11,6%) e un bilancio annuale
negativo per 3.800 posizioni, su valori analoghi a quelli
dell'anno precedente.
Per settore, le dinamiche sono differenziate: le attività del
terziario, trainate da servizi turistici e logistica, segnano un
bilancio negativo (-2.500) ma in miglioramento rispetto al 2023
(erano -4.100 posti di lavoro), mentre l'industria, nonostante
un bilancio di inizio anno positivo (+3.300), conferma un
progressivo rallentamento rispetto al biennio precedente ed
evidenzia un calo delle assunzioni pari al -6,2%. Andamenti
positivi nell'industria alimentare e delle costruzioni, mentre
tessile-abbigliamento e metalmeccanico vi sono maggiori
difficoltà. L'agricoltura mostra un saldo appena negativo ma
lievemente più favorevole rispetto allo stesso mese dei due anni
precedenti, grazie all'aumento osservato nelle assunzioni
(+7,6%).
Il saldo mensile positivo è trainato dalle province di
Treviso, Rovigo e Vicenza (circa +550 posti ciascuna), meno
legate alla stagionalità delle attività turistiche. Bilancio
lievemente negativo a Belluno (-450), Venezia (-300), Padova
(-200) e Verona (-102). La domanda di lavoro risulta invece in
rafforzamento a Belluno (+12% sul 2023), Rovigo (+7,7%) e Padova
(+4,5%), invariata a Treviso (+0,5%) e in calo a Vicenza (-2,2%)
e Verona (-1%). A Venezia nel gennaio 2023 si era registrato un
picco di assunzioni per 2.000 contratti di breve durata (più di
1.000 giornalieri) legati in particolare alle riprese
cinematografiche, dato che si riflette sul risultato del gennaio
2024 (-11,3%).
Gli ingressi in condizione di disoccupazione nel mese di
gennaio 2024 sono stati complessivamente 12.700, in lieve
riduzione rispetto all'anno precedente (-4,6%), ma aumentano
lievemente quelli di inoccupati, lavoratori più maturi (over 55)
e stranieri.
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