"Si conferma e anzi cresce la nostra
preoccupazione sulla situazione sanitaria e le sue ricadute
sociali. Vista, infatti, la proposta di gestione della Fase 2
messa sul tavolo dai vertici aziendali della nostra Azienda USL
e le contestuali forti critiche di molte organizzazioni
sindacali dei sanitari, unite alla richiesta di essere
consultati e ascoltati, intendiamo porre l'attenzione su alcuni
aspetti importanti". Lo scrivono in una nota i gruppi consiliari
Lega Vda, Mouv', Vda Libra, Stella Alpina, M5S e i consiglieri
Jean Barocco e Claudio Restano. "Non è concepibile - spiegano -
che la direzione strategica dell'Azienda USL sia stata poco
collaborativa e addirittura superficiale, così come non è
concepibile che la Giunta regionale debba essere sollecitata per
consultare la base e si accontenti delle dichiarazioni
autoreferenziali dei vertici Usl".
Secondo quanto scritto nel comunicato "finalmente i medici che
sono stati in trincea, giustamente silenti nella fase acuta
dell'emergenza, segnalano una gestione approssimativa ed una
colpevole tardiva attenzione alla gestione della rete sanitaria
territoriale. Le organizzazioni sindacali lamentano anche scarse
formazione, protezione, informazione e pianificazione, tutte
criticità segnalate anche dalle nostre forze politiche, anche se
con la giusta discrezione, per evitare che tale azione venisse
tacciata di sterile ed inopportuna polemica".
"Ora, però, nel primario interesse del popolo valdostano, -
proseguono - non possiamo osservare in silenzio un'azione dei
vertici aziendali Usl e della Giunta regionale che sta andando
nella stessa direzione di prima, ancora senza consultare chi è
in prima linea e senza la necessaria attenzione per la
situazione di difficoltà di un settore cardine contro la
terribile pandemia".
"Ci pare assurdo, sia per ragioni di opportunità politica che
tecnica che oggi ci si presenti un piano per la Fase 2, -
aggiungono - come l'unico percorribile e che, di fatto, si
ipotechi la progettazione della sanità valdostana anche nel
medio e lungo periodo, in quanto esso coinvolge tutte le
strutture sanitarie esistenti ed anche una che nemmeno è di
proprietà della regione o, quantomeno, nella sua piena
disponibilità. Ci pare, ancora una volta, un'azione affrettata,
approssimativa e ideata senza i necessari approfondimenti con i
portatori di interesse, innanzitutto gli operatori del settore e
quindi, medici e professionisti della sanità tutti. Insomma, la
storia si ripete e gli errori non hanno insegnato nulla".
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