L'Assemblea legislativa
dell'Umbria ha approvato con voto unanime, bipartisan, dei
presenti (11) la mozione a firma Marco Castellari, Manuela
Puletti e Valerio Mancini (Lega) sul "Miglioramento della
normativa regionale autorizzativa, per l'apposizione di
recinzioni negli allevamenti suinicoli regionali, volte a
contenere la diffusione della Peste suina africana in Umbria".
La Giunta - riferisce un comunicato della Regione - viene
impegnata dunque ad "aprire un confronto con gli organismi
competenti, volto ad una revisione della normativa regionale in
materia, per rendere più agevole l'attività e le misure di
contrasto alla diffusione della Peste suina africana negli
allevamenti bradi o semi-bradi operati su tutto il territorio
regionale".
Approvato, sempre all'unanimità dei presenti un emendamento
di Thomas De Luca (M5s) volto a "finalizzare le risorse del Csr,
nonché quelle da individuare nella progettazione dei bandi di
filiera per la zootecnia, al sostegno economico verso gli
allevatori finanziando l'installazione di dispositivi e
recinzioni idonei alla protezione degli allevamenti estensivi".
Illustrando l'atto in Aula, Castellari ha spiegato che "la
peste suina africana è una malattia virale, che in Italia ha
fatto la sua comparsa agli inizi del 2020, sia all'interno degli
allevamenti suinicoli domestici che nella popolazione selvatica
rappresentata dalla specie cinghiale. Il ministero della Salute
ha adottato misure inderogabili di base, su cui tutte le Regioni
sono state chiamate ad attivare misure di sorveglianza e
contenimento speciali. Con la Dgr.706 del 13 luglio 2022 'Piano
di interventi urgenti per la gestione, il controllo e
l'eradicazione della Peste suina africana nei suini
d'allevamento e nella specie cinghiale - anni 2022-2026 (Priu)',
la Regione Umbria ha adottato i provvedimenti contenuti nella
normativa nazionale fornendo nel corso del 2023 le indicazioni
operative di attuazione. È stato predisposto un bando
finalizzato ad incentivare interventi all'interno degli
allevamenti suinicoli allo stato brado o semibrado, che
prevengano la diffusione di patologie di natura sanitaria come
la Psa. Con questo bando sono stati concessi contributi in conto
capitale agli imprenditori agricoli che hanno realizzato
specifiche misure di biosicurezza mediante la realizzazione di
idonei sistemi di recinzione (recinzioni doppie con adeguata
capacità di resistere alle pressioni esercitate dai cinghiali)
volti a prevenire il contatto degli animali allevati con i
cinghiali. Sono stati finanziati interventi per oltre
trecentomila euro, nelle dodici aziende aderenti al bando
stesso".
"Il 'Testo unico Governo del territorio e materie correlate',
unitamente alle disposizioni inserite nel Regolamento attuativo
numero 02/2015 - ha detto ancora il consigliere - sembrerebbe
essere un elemento ostativo, che renderebbe solo parzialmente
efficace l'attuazione e la realizzazione degli interventi
ammessi a finanziamento, poiché l'interramento delle recinzioni
sembrerebbe essere non sufficientemente adeguato a contenere
l'imperversare delle scorribande dei cinghiali all'interno degli
allevamenti suinicoli, allo stato brado o semi-brado. A seguito
di interlocuzioni avvenute con i rappresentanti delle
federazioni regionali di prodotto appartenenti alle associazioni
agricole umbre di categoria, è emersa la necessità impellente di
avviare un confronto con gli organismi preposti per superare
questo appesantimento burocratico, che sembrerebbe essere
dirimente affinché le misure adottate, quali soprattutto le
recinzioni doppie interrate, possano essere concretamente
fattive per evitare il contagio e la diffusione della Psa
all'interno della popolazione suinicola regionale".
Secondo i consiglieri della Lega "sarebbe auspicabile avviare
una riflessione approfondita e propedeutica eventualmente a una
modifica della normativa regionale in materia maggiormente
rispondente, ove possibile, alle esigenze e alle criticità che,
quotidianamente, le imprese coinvolte toccano con mano.
Chiediamo quindi alla Giunta di aprire un confronto con gli
organismi competenti, volto ad una revisione della normativa
regionale in materia, per rendere più agevole l'attività e le
misure di contrasto alla diffusione della Peste suina africana
negli allevamenti bradi o semi-bradi operanti su tutto il
territorio regionale".
Thomas De Luca (M5s) ha sottolineato che "si tratta di un
argomento già affrontato negli scorsi anni in commissione e sul
quale - ha ricordato - ho già presentato una analoga mozione.
Trovo condivisibili le istanze poste all'interno del documento.
È imprescindibile tutelare gli allevamenti estensivi perché
significa tutelare il nostro patrimonio culturale. Il modello
umbro non può prescindere dal permettere agli allevatori di
tutelare i propri allevamenti".
Per Vincenzo Bianconi (Gruppo misto), "bene la decisione dei
consiglieri della Lega di accendere i riflettori su un tema che
due anni fa caratterizzò una mia mozione sul rischio della peste
suina che derivava da quanto stava accadendo in Piemonte e
Liguria e dal lavoro che facemmo in commissione. Ma la mia
proposta fu bocciata da quest'Aula. Intorno alla produzione dei
prodotti suinicoli l'Umbria vanta un mercato fiorente. Voterò
questa proposta, ma invito il presidente Mancini a riprendere e
sviluppare nuovamente l'argomento in Seconda commissione
elaborando un'ulteriore Proposta di risoluzione che preveda
tutti gli aspetti della gestione della peste suina. Si tratta di
un tema da riprendere nella sua completezza".
Valerio Mancini (Lega) ha spiegato: "Ho convintamente firmato
questa mozione. Il mondo, non solo agricolo, ma anche
imprenditoriale non si rende conto del rischio che può derivare
dalla peste suina. In Commissione ci siamo occupati del tema in
modo costante. I nostri cinghiali, ormai ibridati, arrivano a
riprodursi due volte all'anno. In Italia ci sono oltre 1milione
800mila capi e gran parte di essi dovranno essere soppressi.
Paghiamo, seppure in maniera insufficiente, milioni di euro di
danni agli agricoltori e agli automobilisti per i danni
procurati da questa specie. È necessario dare pieno sostegno ad
ogni misura che prevenga i rischi. Importanza altissima assumono
le reti protettive fissate a terra per le quali è necessario
prevedere altezze maggiori ed adeguate a salvaguardare
allevatori e agricoltori".
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