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Mondiali donne: Hope Solo, 'la Fifa resta maschilista'

Mondiali donne: Hope Solo, 'la Fifa resta maschilista'

La campionessa Usa contro disparita' montepremi

ROMA, 06 giugno 2019, 13:46

Redazione ANSA

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Nella Fifa e' ben connaturata "una forma profonda di sciovinismo maschile": e' l'accusa che Hope Solo, campionessa del mondo con gli Stati Uniti e una delle giocatrici simbolo del calcio femminile, lancia alla vigilia del Mondiale Francia 2019. Lo dimostra, ha raccontato l'ex portiere della nazionale a stelle e strisce in un'intervista alla Bbc Sport, la disparita' del montepremi tra la Coppa al femminile al via domani a Parigi e quella dei Mondiali uomini: 24 milioni di dollari per le 24 squadre composte da donne, contro i 315 di Russia 2018, da dividere per 32 team.
    La Fifa si difende sottolineando come i premi del Mondiale donne sono raddoppiati rispetto alla precedente edizione, ma anche il divario con i colleghi uomini e' aumentato di 21 milioni. "Non c'e' alcun tipo di giustificazione per tutto cio' - ha detto Solo - Questo significa solo una cosa: che il maschilismo e' ben radicato nella confederazione mondiale".
    Negli States, la Solo - 202 presenze nella sua nazionale e due volte oro olimpico - ha condotto una battaglia legale per l'equal pay contro la federcalcio americana. "Piu' che rivolgerci ai tribunali, dovremmo tutti scrivere alla Fifa", dice oggi Solo, che seguira' i Mondiali francesi come commentatrice per la Bbc. Il riferimento e' alla presa di posizione ufficiale della federcalcio australiana, che ha inoltrato protesta formale contro la Fifa per la "discriminazione" dei montepremi. La confederazione guidata da Infantino ha replicato che i premi per le squadre sono solo una parte dell'investimento sul calcio femminile, e che altri 39 milioni di dollari sono stati impiegati nella crescita del settore. "Il calcio femminile vive uno splendido momento - ha concluso Hope Solo - per i talenti che sbocciano e per le entrate commerciali: ma la Fifa resta maschilista, quando si tratta di investire. Dobbiamo fare di più. Altre federazioni devono protestare, oltre a quella australiana. Non solo le donne, anche gli uomini".
   

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