Il programma elaborato dai computer del ministero dell'istruzione per un ritorno graduale alle lezioni sembrava confacente ai limiti imposti dal ministero della sanità per sventare nuovi contagi di coronavirus. Dopo che questa settimana i bambini degli asili e delle prime tre classi elementari sono tornati nei loro istituti (a turni alterni, in classi dimezzate), adesso si tratta di assorbire a partire dalla settimana prossima, in fasi successive, gli altri allievi di elementari, medie e licei. Ma quando i presidi hanno ricevuto le ultime istruzioni del ministero sui turni alterni, si sono ribellati e hanno fatto sapere: nelle condizioni fisiche attuali, il rientro graduale "è un vero rompicapo, non si può fare".
Scolaresche dimezzate nelle classi ? "Abbiamo provato in tutti i modi" assicura Menashe Levy, presidente dell'organizzazione dei presidi. "Non è assolutamente possibile infilare 20 allievi in una classe di 49 metri quadri", alle condizioni di distanziamento imposte dal ministero. Nella scuola di Levy i maestri possono poi insegnare fino a sei gruppi ('capsule') di allievi. Avendo ciascuno cinque classi, dimezzandole ottengono 10 'capsule'. "Sono quattro più del massimo - osserva Levy. - Che fare ?". Problemi anche per le maestre giardiniere che in ogni asilo dovrebbero tenere separate contemporaneamente due 'capsule' di sei-sette bambini ciascuna. Ma dalla teoria alla pratica ce ne corre. "I bambini - dice una maestra - si rincorrono, giocano tutti assieme", sono indifferenti alle circolari ministeriali. Inoltre per via dei turni alterni, i genitori con figli sia negli asili, sia in classi elementari, spesso non riescono in alcun modo a conciliare gli orari familiari. La formula delle classi dimezzate ha una sua logica, concordano i presidi. Ma alla luce del numero limitato di classi e di insegnanti la sua realizzazione è una sorta di rebus.
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