Da anni ad ogni consultazione referendaria, con le forze che si schierano anche per l'astensione, si parla della necessità di revisione del quorum per la consultazione popolare.
L'ultimo e più recente referendum, in questo caso, però, amministrativo, quello riguardante la separazione tra Mestre e Venezia, è andato molto lontanto dal quorum richiesto.
Ma a che punto sono le proposte di legge che riguardano una revisione delle norme per rendere più efficace lo strumento referendario?
In Senato è in discussione in commissione una proposta di modifica costituzionale che, integrando l'articolo 71 della Costituzione, introduce una particolare forma di iniziativa legislativa popolare "rinforzata" che può essere confermata attraverso il referendum popolare. Ed è anche oggetto di modifica l'articolo 75 della Costituzione, sul referendum abrogativo, con particolare riguardo al quorum richiesto per la sua approvazione.
La Camera ha approvato il testo (A.S. 1089) in prima deliberazione introducendo - dunque - la procedura 'rinforzata' che termina con il referendum qualora - comunque - l'iniziativa legislativa popolare sia sorretta da un numero di sottoscrizioni di almeno 200.000 elettori e le Camere non la approvino entro 18 mesi dalla sua presentazione.
Nel frattempo è oggetto di modifica il quarto comma dell'articolo 75 della Costituzione sul referendum abrogativo, nella parte in cui richiede la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto, per l'approvazione della proposta soggetta a referendum. Il testo modifica il quorum di validità della consultazione referendaria richiedendo il voto favorevole di almeno un quarto degli aventi diritto al voto.
Il testo è in discussione in commissione al Senato ma il dibattito, dopo una serie di audizioni e l'esame degli emendamenti, è al momento fermo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA