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Superbonus, per i commercialisti ci sono 'nodi' da sciogliere

Superbonus, per i commercialisti ci sono 'nodi' da sciogliere

de Nuccio a Giorgetti e Leo: 'Non penalizzare i contribuenti'

ROMA, 02 aprile 2024, 16:10

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

I commercialisti mettono in luce alcuni 'nodi' dell'ultima normativa sul Superbonus: nella lettera inviata dal presidente del Consiglio nazionale Elbano de Nuccio al ministro e al viceministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo si evidenziano "criticità" nel decreto varato giorni fa dal Cdm che "rischiano di essere penalizzanti per i contribuenti".
    In particolare, sottolineano i professionisti, "l'articolo 2 inibisce l'applicazione della remissione in bonis relativamente alle comunicazioni da trasmettere all'Agenzia delle Entrate entro il prossimo 4 aprile per l'esercizio delle opzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura" e "impedisce, inoltre, la mera sostituzione delle comunicazioni inviate dal 1° al 4 aprile 2024. Le ragioni di tali previsioni sono, evidentemente, legate all'esigenza di conoscere in modo puntuale il dato aggregato dell'ammontare dei crediti ceduti e scontati.
    Ciò non di meno, appare di immediata evidenza che la disposizione è eccessivamente penalizzante in quanto crea le condizioni per cui molti contribuenti perdano le agevolazioni, a cui hanno pieno diritto, per errori commessi in buona fede (si pensi a un errore di un solo codice fiscale in un condominio di centinaia di persone)".
    L'istituto della "remissione in bonis", sottolinea il numero uno dei commercialisti, "è stato introdotto, ben dodici anni or sono, proprio per tutelare tali comportamenti in buona fede e impedirne l'uso solo alla casistica in oggetto non appare sacrificabile a esigenze informative di contabilità pubblica. E ciò è ancor più vero per le comunicazioni inviate dal 1° al 4 aprile che non potranno essere sostituite utilizzando le procedure ordinariamente previste in caso di errori o di scarti in fase di trasmissione, il che costituisce, anche per gli iscritti che rappresento, una falcidia pericolosissima considerate le condizioni incerte e frenetiche in cui ci si trova ad operare", recita la nota.
    L'auspicio dei vertici della categoria professionale è che le criticità segnalate "possano trovare un'adeguata soluzione in sede di conversione del decreto legge", si osserva, in conclusione.
   

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