Venti milioni di dollari australiani,
pari a poco più di 12 milioni di euro: è il prezzo che il
governo di Canberra dovrà pagare per acquisire il copyright
della bandiera degli aborigeni ideata dal designer di origine
nativa Harold Thomas nel 1971. L'accordo, che arriva 24 ore
prima dell'Australia Day, include la revoca delle licenze
commerciali, il che significa che la bandiera ora "appartiene a
tutti", afferma Ken Wyatt, il ministro federale per gli indigeni
australiani, riferisce la Bbc online.
La bandiera aborigena infatti, può ora essere riprodotta su
abbigliamento e merce senza timore di minacce legali. "Nel
raggiungere questo accordo per risolvere i problemi di
copyright, tutti gli australiani possono liberamente esporre e
utilizzare la bandiera per celebrare la cultura indigena", ha
affermato Wyatt. "Ora che il Commonwealth detiene il copyright,
appartiene a tutti e nessuno può toglierlo", ha aggiunto. La
decisione sull'acquisto del copyright ha fatto seguito alle
pressioni dei gruppi aborigeni e le controversie nello sport
come l'Australian Football League (Afl), che ha iniziato a
rifiutarsi di pagare i locatari per esporre la bandiera.
La bandiera aborigena, disegnata da Thomas, è stata sventolata
per la prima volta in una manifestazione per i diritti sulla
terra ad Adelaide nel luglio 1971. È stata per decenni un
simbolo importante per gli indigeni australiani ed è
regolarmente sventolata insieme alla bandiera nazionale
australiana in veste ufficiale e cerimoniale. Ma a differenza
della bandiera nazionale, di cui il Commonwealth detiene i
diritti, il copyright della bandiera aborigena era detenuto
dallo stesso Thomas il quale si è difeso sostenendo di aver
fatto pagare il copyright per prevenire le imitazioni fatte
all'estero.
"In futuro, la bandiera rimarrà, non come simbolo di lotta,
ma come simbolo di orgoglio e unità", ha scritto stamane sul
Sydney Morning Herald.
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