La Procura generale del Perù (Pge) ha
respinto una richiesta dell'ex presidente Alberto Fujimori di
ottenere un vitalizio per gli anni trascorsi alla guida del
paese (1990-2000) a causa delle condanne a lui inflitte per
reati di corruzione e crimini contro l'umanità.
Dopo essere uscito di prigione in dicembre Fujimori, che ha
85 anni, ha inviato una lettera al Parlamento sollecitando la
concessione della pensione vitalizia che per legge spetta ad
ogni ex presidente, e che è equivalente a circa 4.000 euro.
Ma ieri la Procura ha stabilito che, a differenza di quanto
concesso ad altri ex capi di stato, Fujimori non può ottenere il
beneficio, vista sia la condanna a 25 anni di carcere del 2009
per crimini contro l'umanità, sia altre condanne per corruzione.
Il titolare della Pge, Javier Pacheco, ha spiegato che
l'indulto è una figura giuridica che non scagiona dai crimini
per cui uno è stato condannato. Per la giustizia, ha
sottolineato, "Fujimori è ancora colpevole, anche se ora è
libero".
Dopo aver ricevuto un indulto nel 2017 dall'allora
presidente, Pedro Pablo Kuczynski, con il pretesto di un
presunto peggioramento della sua salute, Fujimori è uscito dal
carcere, rientrandovi successivamente quando un tribunale ha
dimostrato che il beneficio derivava da una trattativa politica.
Tuttavia nel dicembre dello scorso anno la Corte
costituzionale ha deciso di ripristinare quell'indulto
permettendo all'ex capo dello stato di riacquistare la libertà.
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