Brutte notizie per il Regno Unito
dalle stime aggiornate diffuse oggi dall'Ocse, che non solo
confermano le previsioni di una crescita fiacca persistente del
Pil britannico, ma comportano una revisione al ribasso rispetto
alle indicazioni precedenti, retrocedendo l'isola all'ultimo
posto fra i Paesi del G7 per quest'anno e per il 2025.
Per il 2024, la stima è ora di una crescita di appena lo
0,4%, contro lo 0,7% calcolato in precedenza. Mentre per l'anno
successivo il dato atteso è di un +1%, dietro all'1,1 attribuito
alla Germania, penultima fra i G7: in una classifica peraltro
poco brillante in generale per le economie più sviluppate,
capeggiata dall'incremento dell'1,8 indicato per Usa e Canada.
L'Ocse mette l'accento sull'inflazione britannica, in calo, ma
non ancora al livello ideale, e sulla conseguente attesa di un
mantenimento dell'attuale livello record dei tassi d'interesse
(5,25%) da parte della Bank of England sino agli ultimi mesi del
2024: fattore deprimente per l'economia, ma chiave per frenare
il carovita. Mentre alcuni commentatori evocano pure un impatto
dei contraccolpi di medio periodo dell'entrata in vigore della
Brexit.
Il ministro Jeremy Hunt, cancelliere dello Scacchiere del
governo Tory di Rishi Sunak, ha provato stasera a minimizzare
questi dati, sottolineando il peso inevitabile della "priorità"
data da governo e banca centrale al contenimento
dell'inflazione. Mentre altre fonti hanno ricordato le stime del
Fmi, che attribuiscono viceversa per il 2025 al Regno un tasso
di crescita migliore di Germania o Francia. Darren Jones, del
governo ombra dell'opposizione laburista, ha al contrario
puntato il dito contro l'esecutivo, sullo sfondo della polemica
di un anno elettorale, con queste parole: "i Conservatori non
possono rimettere in sesto l'economia perché sono loro la
ragione di ciò che non va".
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