L'eredità negativa delle quattro
banche poste in risoluzione nel 2015 (Banca delle Marche, Banca
Popolare dell'Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio della
Provincia di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara) pesa ancora
sul Fondo Nazionale di Risoluzione, gestito dalla Banca d'Italia
e finanziato dalle banche italiane per quasi 4 miliardi di euro.
Il 2023, si legge nel rendiconto annuale, si è chiuso con una
perdita di 91,8 milioni di euro. La svalutazione della quota
nella Rev, la società veicolo cui sono stati trasferiti i
crediti delle banche, per 94 milioni e gli accantonamenti hanno
infatti cancellato gli utili di esercizio pari a 10,1 milioni di
euro.
La Rev infatti ha registrato una perdita di 72 milioni di
euro, in peggioramento di 45,5 milioni rispetto all'anno
precedente. "Il peggioramento è dovuto a un ridimensionamento
delle stime di recupero e all'entità delle rettifiche di valore
da valutazione dei crediti, per effetto anche dell'incertezza
connessa con il quadro
macroeconomico e con il contesto di riferimento" spiega il
rendiconto. "Tenuto conto dell'incertezza riguardo alla
possibilità che REV consegua in futuro utili sufficienti a
consentire il recupero del valore di iscrizione della
partecipazione, si
è proceduto a rilevare una svalutazione della partecipazione per
94,7 milioni di euro".
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