Francesco Paolo Figliuolo,
Commissario straordinario per l'emergenza Covid 19, prossimo
alla scadenza del mandato, si racconta per la prima volta in 'UN
ITALIANO. Quello che la vita mi ha insegnato per affrontare la
sfida più grande', una conversazione con Beppe Severgnini. Il
libro sarà pubblicato da Rizzoli che ne annuncia l'uscita l'8
marzo.
"Vorrei raccontarvi quello che ho cercato di fare per l'Italia e
perché. Proverò a essere preciso, il tema è serio e lo richiede.
Ma voglio anche essere sincero e raccontarvi il dietro le quinte
di questa strana, faticosa, a tratti entusiasmante stagione del
nostro Paese. Ne ho parlato poco, finora, perché dovevo
lavorare. E se uno, in qualsiasi professione, passa il tempo in
televisione o a rilasciare interviste, come riesce a lavorare?
Quando l'editore Rizzoli me l'ha proposto, mi sono detto: non
sei uno scrittore, come farai a trasmettere le cose che hai
capito e che hai fatto? Senza rischiare di essere
autocelebrativo o usare un linguaggio troppo tecnico. O, peggio,
le due cose insieme. Così ho pensato di chiedere aiuto a Beppe
Severgnini. Non ci conoscevamo di persona, ma avevo letto alcuni
suoi libri e molti articoli, conoscevo le sue opinioni
televisive. Di lui mi piacciono la pulizia del linguaggio, la
capacità di sintesi e l'ironia", afferma Figliuolo.
Il primo marzo 2021, mentre l'Italia era nel pieno della
pandemia ed era indispensabile far decollare la campagna di
vaccinazione, la presidenza del Consiglio ha scelto come
Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 un generale
degli alpini. Così gli italiani hanno imparato a conoscere
Francesco Paolo Figliuolo, la sua divisa e il suo cappello con
la penna ("Qualcuno lo considera buffo, io lo trovo
bellissimo").
Ne è uscita la storia di "un ragazzo meridionale di periferia"
che, dopo il liceo classico a Potenza e l'Accademia militare a
Modena, segue il consiglio del colonnello che comandava il
distretto della sua città: "Francesco, tu devi andare in
artiglieria da montagna, perché lì si fanno le cose seriamente.
E poi noi di
Potenza siamo montanari…". Così diventa alpino - "L'alpino,
quello vero, è tutto d'un pezzo, segue le regole, porta lo
zaino, porta anche due zaini se qualcuno non ce la fa. Però è
anche portato a riflettere, a pensare e a esprimere i giudizi.
Ecco, questo non tutti lo capiscono. Sono un alpino, ma non sono
stupido" - e l'idea di fare le cose seriamente è il principio
che guida la sua carriera, dalle difficili missioni in Kosovo e
in Afghanistan al Comando logistico dell'Esercito.
Anche nel nuovo ruolo di Commissario e coordinatore della
campagna vaccinale, Francesco Paolo Figliuolo ha voluto fare le
cose seriamente. Per lui significa prendere decisioni basate su
conoscenza, competenza, buonsenso e precisione. Significa
cambiare strategia se la situazione lo richiede. Significa
muoversi tra la politica, l'amministrazione, la sanità.
Significa capire di quali persone fidarsi e di quali diffidare.
Significa arrabbiarsi e poi farsela passare : "Ogni tanto mi
esce la vena!" confessa. Significa saper ascoltare, motivare e
lavorare in gruppo. "L'Italia ha davvero tutto, deve solo
imparare a metterlo insieme". Ecco il compito che si è dato un
italiano come il generale Figliuolo.
"La Casa Editrice Rizzoli, a conferma della propria forte
vocazione alla Saggistica di testimonianza, è orgogliosa di
pubblicare questo libro" è il commento di Massimo Turchetta, a
capo di Rizzoli. "Un italiano è il racconto della vita e dei
valori di un uomo, Francesco Paolo Figliuolo, che ha fatto molto
per l'Italia e che, in questa conversazione inedita con Beppe
Severgnini, ci offre anche il racconto unico e vero, da dietro
le quinte, di come è stata vissuta e affrontata la pandemia".
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