Terre segnate dalla guerra, come il
Kosovo e l'Afghanistan, e le contraddizioni di Washington, tra
palazzi istituzionali immacolati e periferie popolari
volutamente isolate, affogate nella paura e la violenza. Fino
alla creazione a Londra 'sotto vetro' dell'album The Hope Six
Demolition Project (2016), dando al pubblico la possibilità di
osservare attraverso finestre a specchio (i musicisti non
potevano vedere gli spettatori all'esterno) le sessioni live
per la registrazione delle canzoni, tra dialoghi, idee, pause e
risate. Sono i luoghi che tratteggiano il ritratto di una delle
poetesse del rock più iconiche, intense, allergiche ai
compromessi e ai meccanismi mediatici, in PJ Harvey - A dog
called money di Seamus Murphy, che debutta in streaming il 21
maggio su Wanted Zone, nuova piattaforma creata da Wanted
Cinema in collaborazione con Mymovies, dedicata ai film
'ricercati' e ad opere inedite e in anteprima, provenienti dai
festival, vincitrici di premi e apprezzati dalla critica e dal
pubblico internazionale.
Murphy, pluripremiato fotografo e regista, aveva già lavorato
con PJ Harvey nel 2011, creando per il disco Let England Shake
una serie di corti. Qui invece è un viaggio del fotografo a dare
il via alla nuova avventura creativa della cantautrice
britannica. Insieme, dal 2011 al 2014 visitano il Kosovo,
l'Afghanistan, Washington. Percorsi fra incontri, rovine,
polvere, contraddizioni, ricchezze, miserie, caos, silenzi e
musica, che trovano echi diretti nelle canzoni, facendo del
disco una sorta di diario ricco, inquietante e puntuale del
nostro tempo. Tante anche le anime stilistiche, dal rock al
punk, dalla ballad al soul con tracce di gospel e hip hop.
film, oltre a proiettarci nel processo creativo dell'autrice
e polistrumentista, riesce a comporre, mescolando i mondi,
un'immagine più inedita di Polly Jean Harvey, artista, rigorosa
quanto ironica, talentuosa e empatica, capace di osservare e
ascoltare.
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