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Paolo Conte 50 anni di Azzurro tra tour e ricordi

Paolo Conte 50 anni di Azzurro tra tour e ricordi

Esce 'Live in Caracalla'. 'Musica nei cassetti, ora non scrivo'.

MILANO, 13 novembre 2018, 20:51

Federico Pucci

ANSACheck

Paolo Conte, 50 anni di Azzurro, tra tour e ricordi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Conte, 50 anni di Azzurro, tra tour e ricordi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Paolo Conte, 50 anni di Azzurro, tra tour e ricordi - RIPRODUZIONE RISERVATA

      "Ho sempre detto a me stesso che una serata passata con i miei musicisti è una serata ben spesa".
    Con questo mantra Paolo Conte si prepara a tornare sul palco stasera al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Prima del concerto, il cantautore e musicista astigiano ha incontrato la stampa per parlare del suo ultimo disco, 'Live in Caracalla-50 Years of Azzurro', uscito il 9 novembre. Due cd (e prossimamente tre vinili) per immortalare il concerto con orchestra dello scorso giugno, dedicato ad 'Azzurro'. "Che fosse una canzone vincente l'avevo capito subito - ricorda Conte -. L'ho scritta pensando a Celentano come interprete ideale, e il successo lo devo a lui, perché aveva come ha ancora un grandissimo pubblico. Con Celentano però non ci vediamo quasi mai, l'avrò incontrato 3 o 4 volte". Il brano è diventato più che una hit: "Qualcuno voleva proporla come inno nazionale, ma ho sempre detto di no. Però se ne sono impadroniti i torpedonisti, ma non era nata per fare cagnara in compagnia: fin da bambino patisco la nausea del torpedone!".
    Una pietra miliare per un autore atipico: "Ho goduto dell'ospitalità dei cantautori pur non avendo nulla a che fare con loro in quanto a istanze sociali e tipo di scrittura, ma siccome andava di moda il termine alternativo, non c'era nessuno più alternativo di me. Ho sempre scritto in modo retrò, ma non è nostalgia, perché sono appassionato di epoche che non ho vissuto". E l'acclamazione non è stata sempre unanime: "Ci hanno messo un po' di tempo, adesso sento grande rispetto e mi domando se sia per la mia età avanzata". Si è arrivati anche all'idea di candidare l'astigiano per il Premio Nobel: "L'ho presa con piacere e molto divertimento. Senza nulla togliere a Dylan, i cantautori italiani hanno fornito materiale più interessante degli americani. Sicuramente ora si è perduto molto della letterarietà vagheggiata dai cantautori: ho l'impressione che fossero più colti rispetto alle ultime generazioni".
    L'album contiene l'inedita 'Lavavetri': "Non ha un significato particolare, non ho mai preteso di dare messaggi: è una cosa di tenerezza, dedicata a un simpatico lavavetri che aveva un sorriso meraviglioso, molto educato e bravissimo incontrato a Torino due anni fa". Si tratta del primo inedito da 'Per te', uscita nel 2017: "Ho sempre ragionato canzone per canzone, non per progetti: mi auguro sempre di scrivere una canzone più bella di quelle precedenti, non ho mai preteso nulla di più. Nei cassetti c'è sempre un po' di materiale, più musica che testi, soprattutto dagli anni '70 e '90. Ora sono in pausa, non ho particolari ispirazioni né tanta voglia di scrivere. Una volta avevo l'abitudine tutti i santi giorni di dare una spolverata alla tastiera, adesso un minimo di repulsione c'è, forse perché si fa strada quel pensiero critico che mi potrebbe rimettere in pista da un momento all'altro. Al momento mi diverto disegnando e facendo un po' di pittura".
    Non manca invece la passione per il suo Milan: "Higuain l'altra sera mi ha fatto compassione, è una persona seria, merita di riprendersi. Gattuso mi piace tantissimo, non gli si possono attribuire colpe". Dopo Milano, il tour di Paolo Conte proseguirà il 22 novembre a Parma, il 10 e 11 dicembre a Bologna, il 23 febbraio a Genova.
   

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