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Piantedosi, 'alla Mare Jonio spari di avvertimento dai libici'

Piantedosi, 'alla Mare Jonio spari di avvertimento dai libici'

'Per riprendere il salvataggio dopo l'arrivo di un gommone ong'

ROMA, 11 aprile 2024, 15:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Un gommone della nave Mare Jonio lo scorso 4 aprile in acque internazionali "si era avvicinato alla motovedetta libica Fezzan' in un momento successivo a quello in cui quest'ultima aveva già assolto agli obblighi di salvataggio in mare. Nell'occasione, le persone presenti sul gommone incitavano i migranti a lanciarsi in mare per interrompere le operazioni di salvataggio in atto da parte dell'unità libica con ciò mettendo a repentaglio l'incolumità delle persone stesse, tanto che diversi migranti si sono gettati in acqua per poi essere nuovamente soccorsi, in parte dalla motovedetta libica e in parte dal predetto gommone che li ha poi trasbordati sulla Mare Jonio. E' in questa fase che risulterebbe che siano stati esplosi effettivamente alcuni colpi di avvertimento in aria affinché le predette imbarcazioni private si allontanassero, così da poter riprendere le operazioni di salvataggio". Così il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato sull'episodio riferito dalla ong Mediterranea saving humans e che ha portato al fermo e ad una sanzione amministrativa per la nave umanitaria.
    "E' pertanto evidente - osserva Piantedosi - che la nave privata Mare Jonio non sia mai stata incaricata dalle autorità competenti ad effettuare operazioni di soccorso in argomento all'interno della zona sar ove si sono svolti i fatti. Della vicenda è stata immediatamente informata l'autorità giudiziaria. La condotta appena descritta ha determinato l'applicazione delle sanzioni previste dal decreto legge 1 del 2023 e il conseguenziale fermo della Mare Jonio".
    "Siamo - prosegue il ministro - nell'ambito di un quadro normativo volto a disciplinare proprio quegli interventi di soccorso ai quali concorrono talvolta assetti navali privati, spesso in acque sar non italiane, e che, pertanto, devono essere sottoposti al coordinamento degli Stati che ne hanno la responsabilità, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e con la finalità di salvaguardare l'incolumità e la vita delle persone".
    "Su un piano più generale - ribadisce - obiettivo del Governo sarà quello di contrastare ogni indebito, illecito o insostenibile ingresso sul territorio nazionale di persone, al di fuori di un quadro di regole. In questo senso si indirizzano le politiche del Governo volte ad implementare i corridoi umanitari, i canali legali di ingresso ed i percorsi socio-lavorativi".
   

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