Undici minuti di applausi
ininterrotti hanno salutato ieri sera, al Teatro Massimo di
Palermo, il debutto della "Carmen" di Georges Bizet, opera della
ripartenza, col pubblico in sala e green pass in evidenza.
Sotto un cielo plumbeo, l'azione si svolge in una terra di
confine, presidiata dall'esercito, sotto la bandiera spagnola.
Ma siamo in una zona del sud del mondo contrassegnata dalla
disperazione, dalla povertà, dal contrabbando, un mondo di
soldati e sigaraie.
La regia di Calixto Bieito, ripresa oggi da Alexander Edtbauer,
per quanto nota, coglie il cuore di Carmen, il suo essere
vittima sacrificale di un'arena che è tutto il suo mondo. Il
toro che campeggia dall'alto è Carmen, è lei che dall'inizio
della storia scherza e gioca alla seduzione con la morte. Il
vitalismo che tanto aveva conquistato Nietschze, l'energia
straripante, è presente, ma deve fare i conti con il terreno
scivoloso dove Carmen cammina. L'amore del torero non la
salverà. Un'infinita tristezza viene fuori, l'ombra della morte,
e di solito Carmen non viene rappresentata con questa
profondità. La direzione d'orchestra di Omer Meir Wellber è una
perfetta lettura della partitura di Bizet, ne asseconda il
romanticismo e la drammaticità, ma anche lo struggimento delle
contraddizioni irrisolvibili, i pianissimo che rendono visibile
la seduzione, quella vera, non urlata, le dolcezze che pure
Carmen possiede.
Uno spettacolo avvincente grazie alla direzione e
all'interpretazione di Annalisa Stroppa, voce calda, piena di
chiaroscuri, potente quando serve e ben accompagnata dalla
Micaela di Ruth Iniesta, dolce fanciulla che prova a salvare Don
José, in scena un Jean Francois Borras di buon livello insieme a
Escamillo, Bodgan Baciu. Ci sono due segni che rappresentano
tutta la mestizia tipica dell'opera: La cabina telefonica,
l'unico mezzo di contatto con il resto del mondo, quando si è
isolati, e un piccolo albero di Natale illuminato, povero,
sconfortante, tipico della gente che vive ai margini. E non
dimentichiamo l'oste Lillas Pastia, che è un deus ex machina,
appare durante il preludio per avvertire che l' "amour è
negromante". L'amore è stregato. Fatevene una ragione. Si
replica fino al 22 settembre.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA