Il dopo pandemia e il caro vita
affossano le "ditte individuali". Anche in Sardegna negozi e
botteghe familiari sono a rischio: giù commercianti (saldo
negativo tra iscrizioni e cancellazioni di 1613 ditte
individuali e 1643 aziende del settore totali) e artigiani (-
648 ditte individuali e -516 totali). Un dato che purtroppo
conferma le crescenti difficoltà a rimanere sul mercato delle
micro e piccole imprese a conduzione familiare, secondo le
analisi di Confesercenti.
"In Sardegna tra il 2019 e il primo trimestre 2023 perdiamo
8,9% delle imprese individuali nel commercio e il 2,3 %
nell'artigianato - dice Gian Battista Piana direttore di
Confesercenti Sardegna - Il fenomeno della riduzione delle
imprese a conduzione individuale riguarda entrambi i settori ed
è generalizzato a tutto il territorio isolano con marcate
differenze tra le varie province. Segnaliamo a riguardo il
-13,6% per il commercio e il -2,3% per l'artigianato della
provincia di Sassari al quale si contrappone rispettivamente il
-6,6% e il +2,2% della provincia di Nuoro".
Dietro la riduzione di indipendenti c'è certamente la
difficoltà dell'Italia della 'ditta'. Un calo che l'aumento di
altre tipologie di lavoratori indipendenti non riesce a
compensare. "Micro e piccole imprese - vere e proprie famiglie
produttive - che non spariscono per mancanza di competitività,
ma per il doppio colpo di pandemia e caro-vita. E che si trovano
a fare i conti con un sistema Paese dove è sempre più difficile
tentare l'avventura imprenditoriale", osserva l'associazione.
"Servono meno oneri burocratici e più sostegni per questa
parte importante del nostro sistema economico" afferma Roberto
Bolognese presidente regionale Confesercenti - "tra le ipotesi
sul tavolo del Governo, c'è quella di una revisione delle
modalità di pagamento delle imposte. In particolare, l'idea di
introdurre per il futuro una sorta di 'abbonamento fiscale',
superando il meccanismo 'saldo-acconti' con una rateizzazione
mensile di quanto dovuto ed un conguaglio finale, ci sembra una
proposta seria e praticabile che il Governo dovrebbe prendere in
considerazione. Necessario anche pensare a un alleggerimento
degli oneri previdenziali e fiscali per le nuove attività
imprenditoriali, per un periodo non inferiore a tre anni
dall'avvio. Ma si deve mettere in campo anche una fiscalità di
vantaggio per i negozi di vicinato con un fatturato inferiore ai
400mila euro l'anno: un provvedimento essenziale per contrastare
il fenomeno della desertificazione commerciale che sta
interessando sempre più grandi e piccoli centri urbani, con un
grave impatto non solo sul settore ma anche sull'offerta di
servizi ai cittadini". Per Confesercenti servono anche
interventi urgenti per contrastare lo spopolamento delle zone
interne
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