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CRV - Iniziato esame Ddl su concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico

PressRelease

CRV - Iniziato esame Ddl su concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico

PressRelease

Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

Nel corso della seduta odierna del Consiglio regionale del Veneto

18 ottobre 2022, 17:55

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

CRV - Consiglio veneto ha iniziato l’esame del Disegno di legge della Giunta che disciplina le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico

(Arv) Venezia 18 ott. 2022 -     Il Consiglio regionale del Veneto ha iniziato l’esame del Disegno di legge della Giunta regionale n. 75/2021 “Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico, in attuazione dell'articolo 12 del D. Lgs 16 marzo 1999, n. 79, 'Attuazione della Direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica’”.

L’esame del provvedimento verrà completato nella seduta di martedì 25 ottobre pv, con la conseguente votazione della proposta normativa.

Il Progetto di legge è stato relazionato oggi in aula dal Relatore Silvia Rizzotto (Lega/LV), presidente della Seconda commissione – che ha licenziato il provvedimento a maggioranza, senza voti contrari – e dal Correlatore, Andrea Zanoni (Pd).

Il Relatore, nel suo intervento, ha chiarito che il Pdl “si occupa solo di grandi derivazioni idroelettriche” (sono considerate grandi derivazioni di acqua a scopo idroelettrico le concessioni ad uso energetico che hanno una potenza nominale media di concessione superiore a 3mila kilowatt) ed è il completamento della L.R. 27/2020 ‘Disposizioni in materia di concessioni idrauliche e di derivazioni a scopo idroelettrico’”.

Rizzotto ha inoltre spiegato che il provvedimento - in attuazione dell’articolo 12 del D.Lgs. n. 79/1999, ‘Attuazione della Direttiva 96/92/CE, recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica’, come modificato dall’articolo 11- quater - del DL n. 135/2018 ‘Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la Pubblica Amministrazione’, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 12/2019 – disciplina le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico che, alla data di entrata in vigore della legge, siano già scadute e non ancora riassegnate, oppure decadute od oggetto di rinuncia, ovvero scadano successivamente alla medesima data. Il Relatore ha infine sottolineato “il grande lavoro svolto in commissione e il supporto continuo garantito dall’Assessore regionale Bottacin”.

Il Correlatore Zanoni ha precisato che il provvedimento è imposto dalle normative vigenti e che dispone la “regionalizzazione delle grandi derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico”. Zanoni ha anche invocato “maggiori controlli, sanzioni più elevate in caso di violazioni e più garanzie ambientali. Anche perché è stata data una grande delega alla Giunta”. Queste rivendicazioni sono state oggetto di una manovra emendativa “tesa a migliorare la proposta normativa”.

In discussione generale, hanno offerto il proprio contributo diversi consiglieri.

Lorenzoni, Portavoce dell’opposizione, ha evidenziato la responsabilità di ottenere il massimo dagli impianti che utilizzano l’acqua a scopo idroelettrico, che sono stati fatti con l’impegno e le risorse di tutti gli italiani e che devono ora avere concrete ricadute sul territorio. Il Portavoce ha quindi chiesto investimenti importanti sulle strutture.

Erika Baldin (M5S) ha chiesto, in un periodo storico di scarsità di energia e di costi energetici elevati, di evitare di dare tutto in mano ai privati, soprattutto a società straniere, ma di porre un freno e di restituire al pubblico un ruolo concreto. L’esponente pentastellata ha anche invocato sanzioni più elevate in caso di violazioni, l’attuazione della VIA – la Valutazione di Impatto Ambientale – il coinvolgimento della competente commissione consiliare per discutere le modalità di concessione degli impianti (presentato un apposto Ordine del giorno), nonché - assieme alla collega Guarda (EV) - la destinazione di una quota non inferiore al 10 percento degli introiti per finanziare il piano di tutela delle acque.

Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto), alla luce del momento di particolare dipendenza energetica che sta vivendo il nostro Paese, con costi dell’energia elevati che hanno messo in ginocchio il nostro sistema produttivo e le nostre famiglie, ha auspicato che con un Decreto legge nazionale venga posticipata l’applicazione della legge per aprire un Tavolo di discussione ampio, anche con l’Europa, che analizzi soprattutto il grande rischio che corre l’Italia di perdere circa un 5% di risorse rinnovabili - gran parte delle quali presente nella nostra regione o in quelle contermini - che il prossimo anno non potremmo più produrre a causa della normativa sul deflusso ecologico dei corsi d’acqua.

Cristina Guarda (Europa Verde) ha posto l’accento sulla mancanza di una pianificazione energetica nazionale in grado di determinare il fabbisogno di energia, le modalità di copertura dello stesso e le soluzioni per far evolvere il settore.

Giuseppe Pan (Lega/LV) ha portato all’attenzione i cambiamenti climatici che negli ultimi anni hanno determinato una penuria d’acqua per i nostri territori che, storicamente, ne erano sempre stati ricchi, ponendo di conseguenza la necessità di rivedere il sistema di conservazione dell’acqua, soprattutto in montagna, programmando la costruzione di nuovi bacini.

Terminata la discussione generale, si è passati all’esame dell’articolato e della sua parte emendativa.

In particolare, sono stati accolti alcuni emendamenti che pongono sullo stesso piano le diverse modalità di assegnazione delle concessioni e che prevedono il criterio della gradualità delle sanzioni (l’importo delle stesse può oscillare da 10 a 58 mila euro). Inoltre, c’è stata l’apertura in ordine alla possibilità, per i consiglieri regionali, di esprimersi sulle modalità di valutazione del prevalente interesse pubblico ad un uso diverso delle acque.

Ricordiamo che il Pdl era già stato presentato alla fine della scorsa Legislatura e riproposto nel mese di luglio 2021. Sono state attivate le consultazioni scritte con i soggetti portatori di interessi, in primis Consorzi di Bonifica e Anbi Veneto – l’Associazione regionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue - che hanno permesso di acquisire diverse osservazioni utili al miglioramento del testo normativo. Per il lavoro della commissione, è stato redatto un testo comparato con gli emendamenti presentati, frutto delle osservazioni pervenute.

Facciamo presente come la proposta normativa incida su competenze sia statali esclusive, che concorrenti Stato – Regioni. Si dispone infatti in materia di ‘concessioni di utilizzo di bene demaniale’, l'acqua, la cui titolarità è in capo allo Stato, cui compete anche la ‘tutela dell'ambiente e dell'ecosistema’. Invece, appartiene alla competenza concorrente tra Stato - Regioni, ai sensi dell'articolo 117, terzo comma della Costituzione, la materia della ‘produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia’, che coinvolge anche le modalità – di natura concorrenziale – attraverso le quali garantire l’accesso degli operatori al mercato della energia.

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