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Emissioni Co2 al volante: cosa sono e come ridurle?

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Emissioni Co2 al volante: cosa sono e come ridurle?

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Responsabilità editoriale di GO BUSINESS SRL

L’attenzione di produttori e consumatori è oggi sempre più rivolta al problema dell’inquinamento ambientale: ridurre l’impatto dell’economia sull’ambiente è diventato un obbligo a cui tutte le parti in causa cercano di attenersi.

07 ottobre 2021, 13:48

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L’attenzione di produttori e consumatori è oggi sempre più rivolta al problema dell’inquinamento ambientale: ridurre l’impatto dell’economia sull’ambiente è diventato un obbligo a cui tutte le parti in causa cercano di attenersi. Lo stesso vale per il mondo della mobilità e dei trasporti, in cui case automobilistiche da un lato e automobilisti dall’altro operano le proprie scelte cercando di ridurre al minimo le emissioni di anidride carbonica legate alla guida di un’automobile.

Emissioni di anidride carbonica: perché sono pericolose?

Il 30% delle emissioni di Co2 nell’atmosfera, in Europa, si lega al settore dei trasporti. Di questa percentuale, il 72% dipende proprio da automobili, furgoni e – in generale – dai veicoli su strada. È un dato significativo, se si tiene presente che l’anidride carbonica ha un ruolo essenziale nella termoregolazione del pianeta (dunque nel mantenimento della sua temperatura ottimale): una presenza eccessiva di Co2, legata alle emissioni dei veicoli, genera dunque un pericolo per la biosfera, poiché provoca un aumento consistente della temperatura globale. La qualità dell’aria nelle zone più trafficate, inoltre, è sensibilmente ridotta.

Va dunque prestata un’attenzione particolare a tutti quei veicoli a motore endotermico o alimentazione ibrida (anche se in quest’ultimo caso, il sistema di alimentazione misto rende più difficile fare calcoli precisi). Da un lato, le auto a motore GPL, tra quelle a motore endotermico, producono in media un quantitativo di Co2 minore (rispetto a metano e benzina), tenendosi al di sotto dei 2000 Kg annuali (stimando che in un anno si coprano circa 20.000 km). Seguono benzina, diesel e, in testa, metano (queste ultime con valori superiori ai 2.000 Kg annuali) come alimentazioni più inquinanti.

Ridurre questi valori almeno fino al 30% è l’obiettivo che l’UE ha intenzione di raggiungere entro il 2030.

Le strategie per contenere le emissioni di Co2

Si sta dunque procedendo verso una progressiva decarbonizzazione dell’economia, nel tentativo di lasciarsi alle spalle veicoli e produzioni dall’elevato impatto ambientale. Proprio per quel che riguarda le automobili, le politiche locali cercano già di incentivare l’utilizzo di veicoli ibridi ed elettrici, garantendo loro l’accesso alle zone a traffico limitato dei centri urbani o, ancora, il parcheggio gratuito sulle strisce blu; a questa politica di incentivi, inoltre, si aggiunge l’esenzione dal bollo per periodi che vanno dai tre ai cinque anni. Di contro, vengono promosse restrizioni per i veicoli che emettono più di 95 g/Km di Co2 (la soglia tollerata è destinata ad abbassarsi a 59 g/Km nel 2030), nonché alcune imposte destinate proprio alle auto meno green.

Per farsi un’idea dell’inquinamento prodotto in un anno è dunque necessario moltiplicare il dato relativo alle emissioni (presente sul libretto ed espresso in g/Km) per i kilometri in media percorsi durante un anno: il risultato sarà il totale delle emissioni annuali del veicolo. In caso di veicoli a motore endotermico, i valori possono essere considerevoli, senza considerare che esistono delle variabili che possono generare ancora più inquinamento.

Le emissioni, infatti, tendono a crescere per via di accelerazioni e frenate brusche frequenti o, ancora, in caso di usura del veicolo o utilizzo continuo del climatizzatore. Non effettuare periodiche revisioni e messe a punto dell’automobile comporterà un suo maggiore sforzo, e quindi un crescente consumo di carburante: di conseguenza, emetterà nell’atmosfera quantità maggiori di anidride carbonica. Alcuni accorgimenti possono dunque riguardare la guida di tutti i giorni e l’utilizzo che si fa del proprio veicolo.

Altre volte, invece, visto il sistema di restrizioni e incentivi messo in atto per limitare l’inquinamento, sarà necessario cambiare auto. Soluzione ideale, in questa situazione, è quella di ricorrere al noleggio auto lungo termine per ammortizzare tutte le spese e annullare gli impegni legati al possesso di una nuova automobile (che graveranno direttamente sulla ditta di noleggio a fronte di un canone mensile fisso). Senza spese extra – eccetto quelle per l’alimentazione – si potrà in questo caso rinnovare la propria automobile privata o aziendale, entrando in possesso di un veicolo tra i modelli di ultima generazione, compresi quelli ad alimentazione elettrica o ibrida (i più adatti per una guida a zero emissioni o quasi).

Resta comunque fondamentale rispettare alcune buone norme per ridurre l’utilizzo di carburante e lo sforzo messo in atto dall’automobile: ridurre dunque il peso trasportato, se possibile; sfruttare le strade più brevi e meno trafficate, così da potersi muovere agevolmente a velocità costante per ridurre i consumi; infine, ogni 10.000 km circa, cambiare il filtro dell’aria, così da riuscire a ridurre i consumi fino al 15%.

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