Prima partita in casa per il
Cagliari post lockdown e per l'allenatore Walter Zenga. Domani
alle 19.30 alla Sardegna Arena arriva il Torino e per i rossoblù
è una tappa decisiva per capire quale sarà il loro destino da
qui alla fine del campionato: solo una vittoria potrebbe
riaprire la strada per l'Europa che sembrava sbarrata dopo la
sconfitta con il Verona. L'alternativa? Vivacchiare per altre
dieci partite e pensare alla prossima stagione. Si gioca in
casa. "Ma in queste condizioni - spiega Zenga - è ininfluente:
senza pubblico si azzera tutto. L'unico vantaggio è che non
siamo costretti a prendere due aerei in una giornata. Il
pubblico è importante, paradossalmente, anche per gli ospiti: io
ad esempio mi esaltavo negli ambienti ostili".
L'unica certezza per domani è che in porta gioca Cragno. "Era
già deciso - spiega Zenga - lui contro Verona e Torino, Olsen
contro la Spal. Ora è così, poi si vedrà. Noi abbiamo la fortuna
di avere due portieri di questo livello, ma non solo: sono forti
anche Rafael e Ciocci".
Una battuta anche su Sirigu, lanciato in Serie A proprio da
Zenga: "Mi piacerebbe vederlo a Cagliari perché è sardo". A
proposito di isolani, belle parole del tecnico rossoblù su
Ragatzu: "Talenti così ne ho visto pochi, ma deve vivere per il
calcio. Per l'età che ha, le presenze in A sono poche. L'idea
Ragatzu mi stuzzica molto". Nandez? "Se fosse stato un altro-
dice Zenga- a Ferrara sarebbe uscito dopo dieci minuti. E invece
lui è rimasto e ha combattuto". Momento magico di Simeone? "Lo
voglio più vicino alla porta, non voglio che si sfianchi: finora
è andata molto bene", conclude Zenga.
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