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Nautica green, Baglietto sperimenta l'idrogeno ma in banchina

Nautica green, Baglietto sperimenta l'idrogeno ma in banchina

Amerio (Permare), "risultati record puntando sulla leggerezza"

GENOVA, 06 giugno 2023, 17:08

Redazione ANSA

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"Abbiamo avuto la fortuna di trovare sei anni fa un armatore che voleva investire nell'ibrido elettrico e abbiamo realizzato il primo yacht ibrido. Da allora abbiamo continuato a proporlo ai clienti ma hanno tutti rifiutato per 6 anni. Ora finalmente in tre hanno sposato questa strada. Nel frattempo non potevamo fermarci e questa volta senza aspettare il cliente abbiamo realizzato in cantiere il prototipo di un sistema completamente autonomo a idrogeno che sarebbe pronto da installare su uno yacht, se domani trovassimo un cliente con la giusta visione". La nautica rappresenta lo 0,66% delle emissioni globali, ma da tempo i cantieri sono al lavoro per ridurre al minimo l'impatto ambientale degli yacht, in termini di emissioni e materiali, lavorando sui motori e i combustibili, sui pesi, le forme e sui materiali green riciclabili e sul rumore. Guido Penco, direttore sviluppo tecnico di Baglietto, racconta l'obiettivo dello yacht a idrogeno, al forum del Secolo XIX sulla sostenibilità, ma non è l'unico filone se pure Barbara Amerio, ceo di Permare group dice: "L'idrogeno sarà l'obiettivo finale ma per arrivarci dobbiamo utilizzare quello che c'è a disposizione adesso, quindi andremo verso l'ibrido che però dovrà essere compensato come peso a bordo". Proprio la leggerezza è una delle scommesse vinte dal suo cantiere. "Abbiamo raggiunto risultati record lavorando sulla leggerezza - spiega Amerio -. Pur con una barca solida, siamo scesi di 20 tonnellate rispetto a una costruzione tradizionale, risparmiando e pesando tutto quanto andava a bordo. Siamo arrivati a tre litri di consumo per miglio percorso, con una barca che in pratica a nove nodi può fare il giro dell'Italia. Uno yahct a motore da 98 piedi che consuma meno di un maxi a vela". E anche il design ha un ruolo negli yacht green, ha spiegato Silvio Angori, ceo di Pininfarina.
   
   

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