Le associazioni ambientaliste
tornano a criticare la giunta della Regione Liguria che ha
votato nella seduta dell'11 maggio una delibera "in cui si
approva uno Schema di regolamento recante "Disposizioni
concernenti l'attuazione dei Piani di bacino distrettuali, anche
stralcio, per le aree a pericolosità da alluvione fluviale e
costiera", che consente di costruire anche in aree a rischio
allagamenti. Chiedono al Consiglio regionale di intervenire per
fermarla.
In una nota - firmata da Giorgio Di Sacco Rolla di Italia
Nostra Liguria, Santo Grammatico di Legambiente Liguria, Aldo
Verner di Lipu Liguria, Fortunato Caserta di Pro Natura Genova,
Marco Piombo del WWF Liguria - affermano che
"in tale delibera, che divide il territorio ligure in tre fasce
di zone di rischio la P3 (alto) P2 (medio) P1 (normale), si
introducono delle sottocategorie in modo tale che anche nelle
aree ad alto e medio rischio si potrà, a determinate condizioni,
costruire".
"Mentre vediamo i reportage che descrivono la devastazione in
Emilia Romagna notiamo con stupore e indignazione che in Liguria
si stanno mettendo le basi per una devastazione simile -
affermano -. Il presidente Toti, l'assessore Giampedrone e altri
si affannano a dire che queste possibilità saranno condizionate
a studi, verifiche, approfondimenti e che utilizzeranno aree in
cui i dati indicano un rischio relativamente minore. Ma quali
dati? Basati sullo storico, in cui non esistevano "bombe
d'acqua" e eventi estremi? O chiederanno agli scienziati le
previsioni per il futuro"? "Hanno valutato gli scenari di
cambiamento climatico? O hanno invece ceduto a pressioni per
costruire ancora case, capannoni, manufatti, impianti,
infrastrutture? Questa delibera è una condanna annunciata per il
territorio, per le persone, la biodiversità, per le stesse
attività economiche. Ci auguriamo che il Consiglio Regionale, in
sede di commissione competente che si riunirà prossimamente, sia
più saggio della giunta regionale e respinga questa misura
all'unanimità".
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