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Ponte: assicuratore, Aspi mentì sullo stato, niente risarcimento

Ponte: assicuratore, Aspi mentì sullo stato, niente risarcimento

Liquidati solo 40 milioni per le vittime

GENOVA, 31 maggio 2023, 20:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il risarcimento per il danno al ponte Morandi è stato respinto perché Aspi non aveva dato tutte le informazioni al momento dell'aggiornamento della stipula dell'assicurazione, i problemi del viadotto non erano stati evidenziati come la buona diligenza dell'assicurato avrebbe richiesto". Lo ha detto in aula, al processo per il crollo del ponte (14 agosto 2018, 43 vittime), Luca Kovatsch ex rappresentante per l'Italia di Swiss Re, l'assicurazione svizzera con cui Aspi aveva assicurato tutta la rete autostradale.
    "Abbiamo liquidato il danno a terzi, transato intorno ai 40 milioni di euro. Mentre il danno al viadotto no. La nostra catena gerarchica ha subito dubitato sulla effettiva vigenza della polizza. Il principale rilievo sollevato era che il rischio (l'opera in gergo assicurativo, ndr) non era stato descritto correttamente. Il cliente non ci aveva dato tutte le informazioni sulle reali condizioni del Morandi ". La questione assicurativa è stata affrontata anche dagli altri tre testimoni sentiti oggi. Nel 2016, infatti, Aspi fece inserire il viadotto tra le opere "nominate" facendo dunque aumentare il risarcimento da 100 milioni a 300 milioni. Il motivo lo ha spiegato Umberto Vallarino, dirigente di Atlantia e Autostrade. Fu proprio lui ha chiedere e a ottenere il passaggio.
    "Era una opera che conoscevo da quando ero bambino - ha spiegato -. Sono ligure e ci passavano 50 volte all'anno. Ho fatto quel passaggio per l'importanza economica che ha per la regione, poi perché era in un contesto urbanizzato dove sotto c'erano case e passava una ferrovia, per i danni da mancato introito visto l'incremento del traffico e visti gli elevati costi di una eventuale demolizione, ricostruzione e smaltimento dei detriti".
    Secondo la procura, invece, quel passaggio era legato all'inserimento della dicitura "rischio crollo per ritardare manutenzioni" nel catalogo rischi. Un catalogo che Vallarino non avrebbe mai visto e di cui non sapeva nemmeno dell'esistenza. Il dirigente è stato però smentito dal suo ex dipendente Lionetti che ha detto di sapere del catalogo ma non del rischio crollo.
   
   

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