Un ensemble di giovani musicisti già
affermati a livello internazionali. E' il Quartetto Adorno che
debutta il 2 febbraio all' Accademia Nazionale Santa Cecilia -
alle 20:30, Auditorium Parco della Musica di Roma - con alcune
pagine fondamentali del repertorio per questa formazione
composte da Beethoven, Šostakovič e Webern. Edoardo Zosi
(violino), Liù Pelliciari (violino), Benedetta Bucci (viola),
Stefano Cerrato (violoncello) hanno cominciato il loro percorso
insieme nel 2015 dandosi il nome in omaggio al filosofo tedesco
che, in un'epoca di declino musicale e sociale, individuò nella
musica da camera una chiave di salvezza per perpetuare un
rapporto umano vero, secondo i valori del rispetto e della
ricerca della perfezione. Il Quartetto, dopo i premi Paolo
Borciani ottenuti nel 2017, si è aggiudicato il Concorso
Rimbotti, è diventato artista associato in residenza presso la
Chapelle Musicale Reine Elisabeth di Bruxelles e ha ricevuto il
Premio "Una vita nella musica giovani 2019".
Composte da Anton Webern tra il 1911 e il 1913, le Sei
Bagatelle op. 9, sono "miniature sonore", della durata di pochi
secondi l'una, costruite con 'motivi' di una, due, tre o quattro
note: composizioni che eludono ogni riferimento tonale e
preludono alla virata dodecafonica delle composizioni
successive. Il Quartetto n. 14 op. 142 di Šostakovič, è datato
1973 e dedicato a Sergej Sirinskij, all'epoca il violoncellista
del Quartetto Beethoven, al quale era stata destinata quasi
tutta la produzione quartettistica del compositore russo. In
chiusura di programma, il Quartetto op. 130 con Grande Fuga op.
133 di Beethoven, composto tra l'agosto e il novembre del 1825.
La Grande Fuga, di grande impegno e di dimensioni imponenti, per
la complessità della scrittura contrappuntistica e il
radicalismo del linguaggio è considerata una delle opere più
emblematiche ed enigmatiche del tardo stile beethoveniano.
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