Trent'anni fa, il 2 gennaio 1991,
moriva Renato Rascel, una delle eccellenze artistiche italiane
che hanno segnato almeno 60 anni del Novecento e tuttavia meno
celebrate. Non c'è settore dello spettacolo in cui il piccoletto
romano di sette generazioni, figlio d'arte, nato si può dire sul
palcoscenico, non abbia lasciato il segno. Ha scritto canzoni
memorabili (Arrivederci Roma e Romantica con cui trionfò in un
Sanremo 1960 in coppia con Tony Dallara, gli esempi celebri tra
ben 300 motivi), interpretato decine di spettacoli tra prosa (da
Venti Zecchini d'oro di Luigi Magni a Finale di partita con
Walter Chiari che fu l'addio alle scene), avanspettacolo,
rivista (inventando macchiette come Il Corazziere e E' arrivata
la bufera), film (da quelli leggeri come Bellezze in bicicletta
ai drammi come Il Cappotto di Lattuada con cui vinse il Nastro
d'argento, da Questi fantasmi di Eduardo al Giudizio Universale
di De Sica), caroselli come si diceva all'epoca, varietà tv
(Studio Uno e Senza Rete), fiction come i mitici Racconti di
Padre Brown, tantissima radio come la serie Gran Varietà,
persino favole per bambini. Solo per citare alcune delle sue
interpretazioni.
Istrionico, personaggio decisamente anticonformista, era
riuscito a fare della sua piccola statura un dramma di comicità,
a lui si deve l'ispirazione dei grandi Garinei e Giovannini per
creare le prime commedie musicali all'italiana (oltre 13 quelle
scritte su di lui) ed è Rascel nel 1970 che per Alleluja brava
gente all'ultimo momento sostituisce Domenico Modugno con un
giovane pressoché sconosciuto, Gigi Proietti.
E' il feeling con il pubblico a rendere Rascel da subito così
amato. Vulcanico, dotato di una fantasia proverbiale,
malinconico come tutti i comici e al tempo stesso allegrissimo,
aveva una venerazione per Roma. Nel centenario della nascita lo
celebrò Torino, la città in cui era nato solo "casualmente" il
27 aprile 1912, durante una tournée della compagnia di cui
facevano parte i suoi genitori, Cesare Ranucci, cantante di
operetta, e Paola Massa, ballerina classica. In suo ricordo è
nato nel 2019 il premio Renato Rascel, ideato dalla moglie
Giuditta Saltarini e dall'unico figlio Cesare.
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