"Ho fiducia nel Governo ma dovrebbe
considerare anche il nostro mondo. Spero che nelle riaperture
previste per la Fase 2 rientrino anche i circoli sportivi,
realtà importanti per chi ci lavora e per chi le frequenta. Non
esiste infatti che ci si può allenare nei parchi o nelle ville e
non all'aperto nei centri sportivi". Al Tennis Club Parioli di
Roma si contano con impazienza i giorni che mancano alla
riapertura. Il presidente del circolo Paolo Cerasi ha infatti
ascoltato con attenzione le ultime dichiarazioni del ministro
dello Sport, Spadafora, sul possibile via libera anche per
palestre e centri sportivi, e adesso attende solo la data
esatta. "Spero entro la seconda metà di maggio, anche perché la
situazione è drammatica e se non ci fanno riaprire il danno è
enorme" sottolinea all'ANSA, pensando al mondo che gravita
attorno a circoli come il Parioli: "C'è un grande indotto di
lavoro che non può assolutamente essere trascurato. Parlo di
dipendenti, collaboratori sportivi, e poi ci sono i soci che
scalpitano per tornare e che potrebbero anche dimettersi se la
situazione non si dovesse sbloccare".
Il TC Parioli, a causa dell'emergenza coronavirus, ha chiuso
i battenti dallo scorso 10 marzo. "Abbiamo sospeso tutta
l'attività, anche quella di formazione sportiva come le scuole
tennis per i bambini, quelle agonistiche, e poi i corsi per
adulti. Quantificare il danno è difficile - ammette Cerasi -
anche perché c'è tutta la parte dei servizi non forniti ai soci,
che da noi sono 1080. Prima dello stop ne accoglievamo ogni
giorno circa 400 tra atletica, campi da tennis, padel, calcetto,
palestra". Da quasi due mesi è tutto fermo. Un problema non solo
per gli utenti, ma anche per chi nel circolo ci lavora: "Abbiamo
più di 25 dipendenti tra uffici, segreteria, pulizie,
manutenzione del verde e dei campi. E poi 50 collaboratori
sportivi che adesso vivono dei 600 di indennità di Sport e
Salute".
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