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Vanvitelli e le Marche, grand tour Vanvitelliano tra le città

Vanvitelli e le Marche, grand tour Vanvitelliano tra le città

250/o morte architetto. Da Ancona a Urbino, da Macerata a Pesaro

ANCONA, 09 settembre 2023, 19:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il grande architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773) approdò intorno al 1732 ad Ancona dove, per costruire il Porto e il Lazzaretto (oggi Mole Vanvitelliana) ultimati nel 1743, studiò per un anno i movimenti delle acque marine acquisendo oltre 80 documenti sull'argomento che gli servirono in seguito per elaborare il progetto dell'acquedotto Carolino della Reggia di Caserta ubicato a 38 km di distanza. Ma ancor prima fu ad Urbino per ammodernare il palazzo della famiglia Albani (1728 -29), lavorando poi direttamente o indirettamente per il tramite dei suoi collaboratori anche a Pesaro, Recanati, Macerata e Loreto, lasciando nelle Marche il segno indelebile del suo genio.
    Nel 250/o della morte di Vanvitelli, celebrato dalla Reggia di Caserta anche con un convegno ad Ancona (7-9 settembre), le due storiche dell'arte Marta Paraventi ed Annalisa Trasatti hanno elaborato in collaborazione con Comune e la Regione Marche un grand tour Vanvitelliano, che mette in evidenza il legame speciale del grande architetto settecentesco con questa regione.
    Perché fu proprio nelle Marche che Vanvitelli ottenne i suoi primi incarichi di rilievo. Quello di Palazzo Albani gli fu infatti commissionato da Annibale Albani, nipote di Papa Clemente XI, per il quale sistemò anche la cappella privata al primo piano e le decorazioni, realizzando anche una fontana davanti all'ingresso e una cappella gentilizia nella Chiesa di San Francesco.
    Dopo questo lavoro, gli giunse infatti da Papa Clemente XII l'incarico di ridisegnare il Porto di Ancona, da poco diventato franco per rilanciare una città in declino scesa sotto i 10mila abitanti. Da grande urbanista qual era, figlio per di più di un pittore vedutista (Caspar van Wittel), lo costruì come una scenografia teatrale che seguiva la geografia naturale della costa sia che la si guardasse dal mare che dalla città con due punti estremi: da un lato il corpo pentagonale del Lazzaretto dove su un'isola artificiale affluivano merci e persone per la quarantena, e dall'altro la Lanterna, poi distrutta. Un capolavoro d'ingegneria che inglobava anche i manufatti preesistenti come l'Arco di Traiano, ma anche nuove costruzioni come la Chiesa del Gesù e l'Arco Clementino, assieme alla rivisitazione coeva di molti edifici cittadini, tra cui Palazzo Ferretti, sede del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, il cui scalone vanvitelliano attualmente in restauro ha rivelato colori straordinari e verrà restituito al pubblico nel dicembre prossimo. Ad Ancona il Comune ha dedicato a Vanvitelli uno specifico tour e una mostra alla Pinacoteca civica (Vanvitelli e Ancona) aperta fino al 26 settembre 2023.
    Nello stesso periodo (1736) Vanvitelli lavorò su incarico di Gualtiero Marefoschi anche alla Chiesa della Misericordia di Macerata, i cui disegni del progetto sono conservati alla Reggia di Caserta, e gli si attribuiscono anche interventi nella cappella di famiglia di Palazzo Marefoschi. A Pesaro disegnò poi la facciata della Chiesa conventuale di Santa Maria Maddalena (1740-1745), simile a quella del Gesù di Ancona, e ne affidò l'esecuzione al suo allievo Antonio Rinaldi. Tra i suoi lavori più importanti c'è sicuramente quello del restauro del Palazzo Apostolico di Loreto e del completamento del loggiato costruito da Bramante con l'elegante campanile della Basilica della Santa Casa inaugurato nel 1754, che con i suoi 75,60 metri di altezza è il più alto delle Marche. Ma Vanvitelli operò anche anche nella vicina Recanati, dove eseguì il disegno della facciata della Chiesa di San Vito (1747-1748), lesionata dal terremoto del 1741.
    Altre testimonianze dei suoi progetti si trovano infine a Fano, dove nella biblioteca federiciana sono conservati due disegni per l'erezione della nuova torre civica del Palazzo della Ragione, poi rifiutati per l'eccessivo costo, ma fondamentali per comprendere i il successivo campanile di Loreto. Come pure a Castelfidardo, nella collezione Ferretti, che conserva alcuni suoi preziosi disegni, tra cui quelli della Chiesa del Gesù e di Palazzo Ferretti.
   

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