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Dalla schiavitù ai diritti, nel museo sacro degli afroamericani

Dalla schiavitù ai diritti, nel museo sacro degli afroamericani

Tra Africatown e The Legacy Museum le memorie in Alabama

ROMA, 23 gennaio 2024, 18:07

di Alessandra Magliaro

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Niente foto, niente video, si entra e si sta in silenzio. The Legacy Museum, il nuovo imponente museo a Montgomery, nella Alabama dove è nata la battaglia dei diritti civili e dove storicamente si è fatta la storia dello schiavismo dei neri dall'Africa e del razzismo più feroce, è il sancta santorum degli afroamericani, una mecca laica dove andare almeno una volta nella vita a rendere omaggio agli avi, alle ferite, alle umiliazioni, a capire quanta strada si è fatta, quante vite si sono perse.

Una volta varcata la soglia sulla 400 N Court St l'istinto è mettersi in preghiera perché tutto intorno ha un'aria sacra. C'è la storia dentro, quella dell'essere umano usato, strappato, rapito, seviziato. The Equal Justice Initiative, l'associazione no profit che è responsabile del museo e che la tiene in cura, ha scelto questa linea per i visitatori: mettetevi ad ascoltare, fate esperienza, abbiate rispetto e uscite diversi. Tanta strada ancora c'è da fare in America e in tutto il mondo sul tema del razzismo, dei diritti umani e civili e il Legacy Museum nell'America più profonda è una meta che vale il viaggio. Ed è quello che migliaia di famiglie americane stanno facendo perché se chiedere ad un afroamericano che origini ha è razzismo, (perché la stessa domanda difficilmente la faresti ad un americano di pelle bianca), è pure vero che la nuova consapevolezza, il black empowerment passa per scoprire da dove venivano i tuoi antenati, facendo un percorso a ritroso, analizzando il dna, rintracciando le origini. E andare in questo tempio è parte del viaggio perchè quasi sempre il passato di famiglia è un passato di schiavitù, di sopravvivenza ai naufragi in cui morirono 2 milioni di persone. Dal 1514 al 1866 si calcolano 36mila viaggi di schiavi dall'Africa.

Le tracce sono visibili non tanto nelle famigerate piantagioni di cotone perché non ci sono più, quanto negli hangar dove venivano stipati, nei ghetti come Africatown a Mobile, dove venivano confinati a dormire (lavoravano dall'alba alle 22 di sera, qualunque persona sopra i 10, sì 10, anni di età). Piantagioni gigantesche perché più schiavi acquistavi al mercato più terra ti veniva assegnata da coltivare, precisamente 10 acri per ogni donna, 20 per ogni uomo. 'Il negro è qui e sarà qui per sempre perché è nostra proprietà e mai sarà emancipato', si legge in una delle testimonianze arrivate fino a noi e che fanno capire perché l'Alabama è stata la culla del razzismo, visto che la frase risale a dopo che nel 1808 fu abolita a livello internazionale la schiavitù (il Transatlantic slave trade) e a dopo il 1865, anno in cui i sudisti persero la guerra civile e furono costretta ad abolire la schiavitù.

Il razzismo moderno cominciò in quegli anni quando per legge erano proibiti gli schiavi, erano liberi ad esempio di votare, ma nei fatti si faceva di tutto per impedire loro di essere alla pari usando con disinvoltura il 13/o emendamento sull'abolizione che prevedeva quell''eccetto come punizione di un crimine' che fu causa di umiliazioni, torture, esecuzioni oltre che inizio di tutta quella storia di pregiudizi che vedeva nei neri delinquenti incalliti (la storia di George Floyd ne è una conferma, perché la presunzione di consapevolezza è ancora oggi 2024 un trauma black). Dal 1865 alla rivoluzione messa in moto tra metà anni '50 e metà anni '60 da Rosa Parks che si ribellò al razzismo degli autobus, alla marcia da Selma a Montgomery, ai raduni di Martin Luther King si parla di era di seconda schiavitù, con i linciaggi, le uccisioni indiscriminate, il terrore, il Ku Klux Klan. E di questa la memoria è recente, ancora bruciante, segno massimo di ingiustizia. Il luogo della schiavitù divenne il luogo dell'attivismo dei diritti civili ed anche questo è motivo di pellegrinaggio a Montgomery. Fino al 2000 in Alabama erano vietati per legge gli amori interrazziali e attualmente in 200 anni di storia c'è il primo sindaco nero a capo del governo cittadino: fatti che indicano la società attuale.

Se nel Legacy Museum 'senti' le voci degli schiavi, i pianti dei torturati, le catene e i ceppi, gli avvisi dei negozi 'No Niggeros no jews no dogs', nel ghetto di Africatown a Mobile vedi testimoni viventi: gli anziani volontari e attivisti mostrano i resti di Clotilda, l'ultima nave di schiavi arrivata nel 1860 in piena illegalità, simbolo a perenne memoria, patrimonio dell'umanità, emersa nel 2019. Un luogo emozionante che è risultato in cima alla lista nel 2023 ed è in gara nel 2024 come miglior nuovo museo. Intorno ci vive la comunità, poco distante lo storico cimitero degli schiavi. Qui tutto è heritage, tutto è monito. 
   

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