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Scoperti due relitti galattici solitari

Scoperti due relitti galattici solitari

Aiutano a capire l’evoluzione delle galassie

02 dicembre 2020, 10:14

Redazione ANSA

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Il logo del progetto Inspire, che ha permesso di osservare i due relitti galattici (fonte: C.Spiniello/C. Tortora/G. D 'Ago) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il logo del progetto Inspire, che ha permesso di osservare i due relitti galattici (fonte: C.Spiniello/C. Tortora/G. D 'Ago) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il logo del progetto Inspire, che ha permesso di osservare i due relitti galattici (fonte: C.Spiniello/C. Tortora/G. D 'Ago) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperti due rarissimi relitti galattici: molto compatti, trascorrono la loro esistenza soli e indisturbati nell’universo. Il risultato, in corso di pubblicazione sulla rivista Astronomy & Astrophysics, è stato ottenuto da un gruppo di ricerca di cui fanno parte studiosi italiani dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Secondo gli esperti, questi relitti cosmici consentiranno di fare luce sull’evoluzione delle galassie di grande massa nel corso della storia dell’universo.

Le due galassie sono indicate dalle sigle, J0847+0112 e KiDS J0224+3143 e sono lontane, secondo le prime stime, 2-3 miliardi di anni luce. Finora gli astrofisici erano a conoscenza solo di tre relitti galattici, a testimonianza di quanto siano rari e difficili da catturare questi oggetti cosmici. Il risultato è stato ottenuto grazie al progetto Inspire (Investigate stellar population in relics), coordinato da Chiara Spiniello, dell’Università di Oxford e affiliata all’Inaf di Napoli. Il progetto ha utilizzato i dati della campagna osservativa Kids (Kilo Degree Survey), attraverso i telescopi dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso).


I due relitti galattici (fonte: C.Spiniello/C. Tortora/G. D'Ago & ESO)

 

Secondo le teorie più accreditate, i relitti galattici si formano in due fasi distinte. Dopo pochi miliardi di anni dalla nascita del cosmo, spiegano gli esperti, nascono delle galassie di piccole dimensioni, la cui luce è in gran parte prodotta da stelle giovani di colore blu. Successivamente, interrompono la propria formazione stellare, trasformandosi in galassie con un’enorme massa e un elevato numero di stelle, ma molto compatte. Il loro colore predominante diventa il rosso. Può capitare che queste galassie restino isolate, senza fondersi con altre, ma trascorrendo la loro esistenza indisturbate, come dei relitti.

Per Crescenzo Tortora, dell’Inaf di Napoli, “si tratta in genere di galassie non solo massive e piccole, ma anche molto vecchie e con una formazione stellare avvenuta molto velocemente. Anche se - conclude - si è interrotta piuttosto presto”.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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