/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Coronavirus: 1200 test in corso su farmaci, ma molti inutili

Coronavirus: 1200 test in corso su farmaci, ma molti inutili

Troppo piccoli o con difetti, il 38% non ha arruolato pazienti

ROMA, 07 luglio 2020, 12:17

Redazione ANSA

ANSACheck

Sono più di 1200 i test clinici registrati nel mondo per farmaci che potrebbero curare o prevenire il Covid-19, ma la maggior parte di questi è troppo piccola, non ha un gruppo di controllo o si concentra su pochi trattamenti, a partire dall'idrossiclorochina e dalla clorochina. Lo afferma un'analisi condotta dal sito specializzato Stat e dalla compagnia AppliedXL, secondo cui sono poche le sperimentazioni che hanno dato e potranno dare dei risultati affidabili.
    Il 39% degli studi registrati sul database statunitense Clinicaltrial.gov, che raccoglie quelli condotti in tutto il mondo, ha meno di 100 pazienti arruolati, si legge nel rapporto, e 38 su 100 non hanno ancora neanche cominciato la selezione dei pazienti. Dei 685mila pazienti totali che dovrebbero partecipare inoltre ben 237mila (il 35%) è coinvolto in test che riguardano idrossiclorochina o clorochina, mentre altre potenziali terapie non verranno probabilmente studiate per mancanza di soggetti.
    "E' un grande spreco di energie e di risorse - commenta Martin Landray della Oxford University, uno dei principali ricercatori dello studio Recovery, uno dei più grandi in corso, organizzato dal governo britannico -, quando un po' più di coordinamento e collaborazione avrebbero potuto andare lontano e rispondere ad alcune domande fondamentali".
    Sono poche le eccezioni censite dallo studio. Fino a questo momento gli uniuci a dare risultati giudicati affidabili sono stati due, appunto il Recovery, che ha scoperto che il desametasone abbassa la mortalità, e uno condotto dal National Institutes of Health statunitense che ha dimostrato alcuni benefici dall'uso del farmaco Remdesivir.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza